Ancora più bello, trilogia dramedy torna con nuovi amori

(ANSA) – GIFFONI VALLE PIANA, 24 LUG – Marta nel primo film “incontra il primo amore. Poi capisce che gli opposti si
attraggono ma alla fine si lasciano. Quindi cerca una persona
più simile a lei, che è Gabriele (Giancarlo Commare),”. E’ il
punto da cui parte, spiega la protagonista Ludovica Francesconi
all’ANSA, Ancora più bello, secondo capitolo della trilogia
dramedy ‘sick lit’ (cioè con giovani protagonisti alle prese con
morte e malattia),, che ha avuto il via con Sul più bello
diretto da Alice Filippi, dove la giovane attrice interpreta
Marta brillante 20enne, capace di reagire a colpi di ironia
contro pregiudizi e preconcetti, affetta da una grave malattia
genetica, la mucoviscidosi (più nota come fibrosi cistica).
    Ancora più bello, del quale il cast ha presentato in anteprima
il trailer al Giffoni Film Festival, ha un altro regista,
Claudio Norza, e arriverà in sala con Eagle Pictures, dal 16
settembre. Il terzo capitolo invece debutterà a San Valentino.
    “Ci piacerebbe anche essere alla Festa di Roma (dove ha
debuttato Sul più bello, diventato poi una delle sorprese della
stagione, nonostante la pandemia), magari con una sorpresa”
dice Roberto Proia, autore, del soggetto, coautore della
sceneggiatura con Michela Straniero, che ha scommesso sul
portare il genere già di grande successo in una realtà italiana.
    Nel cast ritroviamo, fra gli altri Jozef Gjura, Gaja Masciale,
mentre fra le new entry, ci sono Jenny De Nucci, Giuseppe Futia
e Diego Giangrasso.
    In Ancora più bello torna forte il confronto della
protagonista con la malattia. “Marta si ritroverà ad affrontare
il trapianto dei polmoni, questo capitolo racconterà il tempo di
attesa, una sorta di limbo” aggiunge Ludovica Francesconi, che
ha debuttato nel cinema con la trilogia ed ha vinto per la sua
interpretazione il premio Biraghi: “E’ esploso tutto insieme, è
un’emozione fortissima, vedo i follower che aumentano, i tanti
commenti positivi, ma vivo tutto ancora in maniera distaccata,
forse è un atteggiamento autodifensivo” commenta sorridendo. Norza nel subentrare alla regia ha volto innanzitutto
valorizzare “una continuità anche visiva con il primo film, che
mi era piaciuto molto, ma attraverso la mia sensibilità”.
    (ANSA).
   

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