sabato, 16 Novembre 2024
Andrea Delogu: «La mia estate in tv, il gossip e le critiche che non mi feriscono più»
A 14 anni Andrea Delogu salì su un palco della sua città, Rimini, per annunciare che il concerto di Cristina D’Avena sarebbe iniziato in ritardo. Assaporato il brivido dell’essere al centro della scena, arrivò per lei lo schiaffo della consapevolezza: «lo questa cosa la voglio farlo per tutta la vita». E da quel momento ha lavorato per costruire il suo sogno. Trent’anni dopo rieccola a Rimini ma su un altro palco, quello del Tim Summer Hits, lo show musicale di Rai2 condotto in coppia con Stefano De Martino (gli ultimi due appuntamenti, da Portopiccolo, in onda giovedì 28 luglio e giovedì 4 agosto in prima serata) che ha riacceso la voglia estiva di musica in tv. «Piace perché è un programma onesto e vivo», spiega la conduttrice a Panorama.it raccontandosi a cuore aperto, dalla gavetta al suo primo romanzo che rischia di diventare una serie tv, dal gossip ai sogni per il futuro.
Buoni ascolti, buona presa sul target giovane. Sia sincera, ve lo aspettavate il successo del Tim Summer Hit?
«No, la mattina dopo la prima puntata con Stefano ci siamo detti: “Anche se i dati non ci premiano, siamo comunque felici del prodotto”. Pensavamo di stare intorno alla media di rete, invece fino ad ora è andata nettamente meglio. E pensare che da tempo è tutto un “in tv la musica non funziona”».
In effetti, esclusi i grandi eventi, non ha funzionato molto negli ultimi anni.
«Forse perché la tv si era stancata di parlare di musica. O forse perché lo si faceva troppo seriamente, con troppe elucubrazioni. Alla fine, è tutta una questione di linguaggio: pensi a Stefano Bollani, a come riesce a parlare di cose alte senza indugiare in toni gravi o polverosi. Gli artisti di oggi hanno un sacco da dire, hanno contenuti, storie da raccontare: basta non essere superficiali quando li si intervista».
Chi l’ha colpita di più sul palco del Tim Summer Hits?
«Come tenuta della piazza, Rhove: magari non regge un live dove la gente non è carica come vorrebbe lui, ma da noi si è mangiato la folla. Poi Michele Bravi: è uno che sta al gioco, sa raccontarsi andando oltre i cliché. E il trio Emma, Alessandra Amoroso e Annalisa: sono delle mattatrici, conoscono come poche le dinamiche della tv».
Lei ha capito di voler fare tv da ragazzina, a Rimini, a poche centinaia di metri dal palco dove qualche settimana fa ha condotto lo show di Rai2. Questione di karma.
«Avevo 14 anni, eravamo ad un evento dove tutti aspettavano Cristina D’Avena, che era in ritardo. I miei conoscevano uno degli organizzatori, che ad un certo punto disse: “Bisogna avvisare il pubblico che il concerto inizia più tardi”. Mi sono girata e gli ho detto: “Che problema c’è, lo faccio io”. Ho preso il microfono, sono salita e con faccia tosta ho detto: “Aspettate, Cristina sta arrivando”».
Il ricordo di quel momento?
«La mia voce che risuona fortissima e tutti che si girano a guardarmi. Che cosa incredibile e potente. Mi sono detta: “lo questa cosa la voglio farlo per tutta la vita”».
Prima di riuscirci, c’è stata la gavetta.
«Prima ancora la pre-gavetta. Ho fatto la barista, l’hostess agli eventi, la ragazza immagine che faceva assaggiare i nachos in spiaggia: in Romagna ti insegnano a non avere paura di sporcarti le mani».
Qual è il tratto di “romagnolità” che le è rimasto addosso?
«La risolutezza. “Non disperarti, c’è una soluzione” è la frase che mi sono sentita ripetere più spesso. Da quello che hai, anche poco, devi tirare fuori qualcosa di grande».
Dopo la pre-gavetta, la gavetta vera.
«Tante piazze, tante serate, molte figuracce epiche. Ho presentato di tutto, dalle sagre più improbabili alle miss di provincia. Lì mastichi il palco, ti butti senza paracadute. Esperienza e poi tanto studio, dalla danza alla dizione. Mi spiace che questo non venga sempre percepito: “Ma sì, che ci vuole a fare la conduttrice”. Come se fosse un mestiere di improvvisazione».
Quando ha capito di avercela fatta?
«Tardi, a 34 anni, quando ho cominciato a pagarmi le bollette. Ma prima non ho mai pensato di mollare».
Il suo piano b?
«Mai avuto un piano b: era quello che per cui avevo studiato, ci dovevo riuscire».
Conta più la fortuna o la determinazione nel suo lavoro?
«La fortuna è la quota variabile, la determinazione è la scossa quotidiana: senza, avrei mollato anni fa. Vince chi stringe i denti, chi conosce i propri limiti ma sa darsi degli obiettivi alti».
Torniamo al Tim Summer Hits. Tra voi e Battiti Live avete fatto tornare la voglia di FestivalBar: sui social è un trionfo di nostalgia della tv estiva che fu.
«E da nostalgica incallita sono contenta di questa cosa: se tu quella sera non esci, sei a casa che ci guardi e ripensi a un fenomeno che ha segnato un’epoca, abbiamo fatto centro».
Come ve la siete immaginata la conduzione in coppia lei e Stefano De Martino?
Stefano De Martino e Andrea DeloguUfficio Stampa
«L’intesa c’era già, noi ci siamo dati un obiettivo: brillare assieme, restando dei comprimari al servizio dei cantanti. Facendo un prodotto onesto e vivo, che non fosse solo un lancio asettico ma mettendoci qualcosa di nostro».
Si è parlato molto di un vostro presunto flirt, l’ultima volta pochi mesi fa: come l’avete vissuta questa cosa?
«All’inizio ci faceva molto ridere, poi è sfuggita di mano, è diventata un’indiscrezione insistente e fastidiosa, soprattutto quando ha iniziato ad innescare commenti aggressivi. Così abbiamo smesso di cazzeggiare in pubblico, sui social, e continuiamo a farlo in privato. La verità è che siamo molto amici, nulla di più».
De Martino a parte, c’è stato un gossip su di lei che l’ha infastidita?
«Nulla di clamoroso. Ho imparato che se una cosa non è vera, sti cavoli, non mi tocca. La mia forza è che posso smentire con un tweet».
Nell’ultima stagione oltre alla radio su Radio2Rai, lei ha condotto Ricomincio da Rai3, il programma sul teatro con Stefano Massini, poi lo show musicale Tonica e ora Tim Summer Hits. Tre programmi con tre linguaggi molto diversi: non è un rischio?
«Sì, ma il rischio fa parte del gioco. Quando Stefano mi ha chiamata, mi sono sentita lusingata e ho accettato subito perché il teatro è una realtà che conosco e amo. Tonica sono io, è la musica raccontata dal mio punto di vista. Il Tim Summer Hits è un’altra parte di me; la radio è la sanità mentale, è la crescita quotidiana che ti fa capire dove funzioni e dove no».
E da grande ha deciso cosa vuole fare?
«Continuare a provare strade nuove, sfidarmi, mescolare i linguaggi».
Questo è un punto di forza o di debolezza?
«Non lo so, lo scoprirò. È rassicurante incasellare e farsi incasellare ma così non si cresce mai».
È vero che il suo primo romanzo, Contrappasso, diventerà una serie tv?
«So che ci sono delle case di produzione interessate: il banco è caldo ma non so cosa accadrà. E a proposito di sfide, Contrappasso mi è servito a capire che posso scrivere qualcosa di valido non basandomi sulla mia vita».
Sta lavorando a un nuovo libro?
«Sì, sarà un altro romanzo distopico e intenso: ho capito che è un filone che mi appassiona».
Per la prossima stagione, che impegni ha?
«Continuerò a fare radio, a novembre riparto dopo qualche anno di stop con il teatro: è un progetto nuovo cui tengo molto. E poi spero che nel 2023 torni anche Tonica. Quando fai questo lavoro impari a stare in ascolto e a cogliere le opportunità: vediamo che succede di nuovo».
Lei si considera un volto Rai o è aperta ad altre proposte?
«Amo la Rai e tutto quello che mi ha dato. Spero che la mia carriera prosegua qui».
Eppure, l’esordio nel 2002 è stato da Letteronza di Mai dire domenica, su Italia1.
«Avevo 19anni e ho aperto la partita Iva grazie alla Gialappa’s. Eravamo un gruppo di ballerine in minigonna e stivali che prendevano in giro il fenomeno delle letterine e delle veline. Ogni tanto tirano fuori quell’esperienza pensando di screditarmi ma è proprio grazie alla Gialappa’s e al Mago Forest che pur facendo un lavoro ai margini della scena ho capito la tv e i suoi ritmi».
Quanto la feriscono le critiche?
«Che non si può piacere a tutti e che non devo per forza fare qualcosa per piacere a tutti, l’ho capito dopo anni di analisi».
“Sono maledetta e intellettuale”, ha scritto ironica su Instagram sotto uno scatto in un posava in costume mostrando il lato b. Lo vede che se le cerca?
(ride) «Mi scrivono: “Ah, ma un Cavaliere al merito non dovrebbe postare certe foto”. Questa cosa che se sei una bella donna non devi farlo vedere, è assurda. In generale, non parlo solo di me, il sottotesto è: “Sei carina, non puoi essere anche intelligente”. In Italia c’è ancora un problema enorme legato al corpo e ai cliché femminili».
A proposito di critiche, l’hanno attaccata perché il suo nuovo fidanzato è più giovane di lei di 15 anni. “Se sei uomo è normale, se sei donna ti criticano”. Cosa l’ha ferita?
«Il tentativo di ridicolizzare un rapporto, come se la differenza d’età fosse un fatto dirimente. Su un giornale c’erano le paparazzate di Scamarcio con la Porcaroli e un titolo tipo “un amore straordinario”, due pagine dopo io e il mio fidanzato (il modello Luigi Bruno, ndr) dove lui veniva liquidato come il mio toy boy. La porzione di cattiverie che arrivano fuori dalla mia bolla è minima ma non mi ero mai accorta della ferocia di certe critiche fino a quando le ho provate sulla mia pelle. Detto questo, ho deciso di vivere la mia vita senza stare appesa ai giudizi altrui».