Andrea Segre, racconto rotta migranti a Trieste e respingimenti

(ANSA) – ROMA, 29 GEN – ‘Riammissioni informali’: detta così
suona quasi come una frase positiva invece nasconde “una
trappola”, ossia i respingimenti per i migranti che hanno
chiesto asilo e sono costretti a tornare indietro. Andrea Segre,
che oltre a film di finzione (come Molecole, Welcome Venice, Io
sono Li) non perde la vocazione al documentario, ha realizzato
con con Matteo Calore e Stefano Collizzolli il film Trieste è
bella di notte, in sala in questi giorni dopo la premiere del 22
gennaio al al 34.mo Trieste Film Festival. Prodotto dalla sua
ZaLab e Vulcano con il sostegno di Open Society Foundations in
associazione con Banca Etica, in collaborazione con Ics Ufficio
Rifugiati Onlus, RiVolti ai Balcani e Per Cambiare L’Ordine
delle Cose – Forum nazionale con il patrocinio di Amnesty
International – Italia e Medici Senza Frontiere, il film
racconta le peripezie sfiancanti dei migranti che dopo ogni tipo
di peregrinazione non senza brutalità da paesi remoti come il
Pakistan e l’Iran, la Siria e l’Afghanistan arriva in Italia.
    Passato finalmente il confine, dopo aver percorso per anni le
rotte clandestine fino alla Turchia, alla Grecia e poi in
Serbia, Croazia, “vista dall’alto di notte, Trieste tutta
illuminata è proprio bella”, dice un giovane asiatico esprimendo
la felicità dell’approdo. Peccato che da lì si finisca in un
limbo pericoloso. Nel gennaio 2021 il Tribunale di Roma ha
sanciti come illegali questi respingimenti (le riammissioni
informali) che sono stati sospesi fino al 28 novembre 2022, ora
riattivati dal nuovo ministro Piantedosi. (ANSA).
   

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