>>>ANSA/ Volontè, l’uomo dai mille volti ci affascina ancora

(di Alessandra Magliaro) A 30 anni dalla morte di Gian Maria
Volonté, uno dei più importanti e amati attori della storia del
cinema italiano, arriva in sala, dopo il concorso alla Mostra
del cinema di Venezia nella sezione Venezia classici il film di
Francesco Zippel a lui dedicato.
    “Volonté – L’uomo dai mille volti”, evento al cinema con Lucky
Red il 23 – 24 e 25 settembre, ne ricorda il percorso personale
e artistico con immagini, clip, filmati inediti e tante
interviste da Fabrizio Gifuni a Toni Servillo, da Valeria Golino
a Valerio Mastandrea dalle quali emerge quanto Volonté sia
ancora oggi un riferimento assoluto per i più importanti
interpreti.
    “Volontè – dice all’ANSA Zippel – è stato come suggerisce il
titolo un uomo dai mille volti per la sua straordinaria capacità
di lanciarsi ogni volta in una nuova avventura d’attore con la
quale riusciva, con enorme talento e sensibilità, a tratteggiare
personaggi di segno sempre diverso che raccontavano, anche
quando lontani nel tempo, il suo originale punto di vista sui
tempi che viveva”.
    Artista e militante, Gian Maria Volontè è stato con le sue
scelte un protagonista attivo e in prima linea di quegli anni. E
forse questo è uno dei motivi del suo fascino ancora oggi.
    “L’eredità di Gian Maria Volontè – prosegue Zippel – è quella di
un uomo che ha saputo vivere una vita improntata all’insegna di
una genuina coerenza umana, politica e artistica. Un’attitudine
a cui ancora oggi guardano con stima e ammirazione moltissimi
attori e attrici che lo vedono come un faro. Un modello che ha
fatto breccia anche tra le generazioni più giovani che lo stanno
riscoprendo e che hanno la fortuna di vedere per la prima volta
i suoi film. Questo documentario parla molto anche a loro”.
    Prodotto da Quoiat Films con Rai Documentari e Luce Cinecittà il
film documentario mette in luce “passione, spirito d’avventura,
cameratismo di un attore capace di costruire, in una carriera
lunga poco meno di quarant’anni, un percorso coerente e
appassionato, simile a quello autorale di alcuni registi come
Montaldo, Petri e Rosi con cui ebbe la possibilità di instaurare
dei felici sodalizi professionali. Un uomo integro, meticoloso
fino all’ossessione, politicamente appassionato, ammirato da
colleghi, pubblico e critica”.
    C’è il Volontè degli sceneggiati televisivi dell’Idiota, di
Caravaggio, di Sacco e Vanzetti e quello dei western di Sergio
Leone, Banditi a Milano di Carlo Lizzani, dei fratelli Cervi di
A ciascuno il suo di Elio Petri e tanto altro.
    Le scelte di Volonté sono state sempre fortemente in contatto
con l’intima volontà di raccontare figure che risuonassero con
la sua curiosità e con la volontà di restituire frammenti di un
preciso mosaico storico. Iscritto al Partito Comunista Italiano
fino al 1977, nel 1981 aiutò l’amico Oreste Scalzone, militante
di Autonomia Operaia, a sfuggire al mandato di cattura emesso
per il cosiddetto Processo 7 aprile, scortandolo
clandestinamente con la sua barca in Corsica. Morì
improvvisamente d’infarto a 61 anni durante le riprese del film
Lo sguardo di Ulisse di Theo Angelopoulos, il 6 dicembre 1994 e
le sue spoglie riposano, come da sua volontà, sotto un albero
nel piccolo cimitero de La Maddalena, in Sardegna. Proprio
l’isola tanto amata si svolge da oltre 20 anni un festival che
ne omaggia la memoria, La valigia dell’attore (vinto quest’anno
da Sonia Bergamasco). Ed è tra le eccellenze la Scuola Volonté,
centro di alta formazione della Regione Lazio dedicato alle
professioni del cinema con un coordinamento artistico e
didattico di cui fanno parte, tra gli altri, Valerio Mastandrea
e Daniele Vicari.
   

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