giovedì, 26 Dicembre 2024
Asp Cosenza,nessun contagio da paziente con sintomi Febbre Congo
“La situazione è sotto controllo.
La giovane è tornata in Italia ed ha avuto il buon senso di
ricorrere alle cure ospedaliere visto che aveva avuto i primi
sintomi già in Congo con una sospetta malaria diagnostica”. Lo
ha detto, escludendo possibilità di contagio, il direttore
sanitario dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza Martino
Rizzo, in relazione alla 24enne rientrata a fine novembre dal
Congo, dove era in missione umanitaria, con sintomi assimilabili
a quelli della cosiddetta “febbre del Congo”.
“Una volta rientrata in Italia – ha aggiunto Rizzo –
probabilmente anche informata da notizie di stampa di questa
possibile diffusione di un nuovo virus si è rivolta giustamente
all’ospedale. E’ stata ricoverata un giorno. Dopo i primi
accertamenti la sintomatologia è scomparsa per cui è stata
dimessa. Adesso sta bene e non ha alcuna alcun problema.
Ovviamente gli accertamenti di verifica sono stati spediti
all’Istituto superiore di sanità e aspettiamo la conferma di
questa sospetta diagnosi”.
“Non c’è più il rischio contagio – ha detto ancora il medico
– perché il ricovero è stato alla fine del mese di novembre e
questa patologia si trasmette essenzialmente attraverso le
secrezioni e attraverso il morso di qualche animaletto, la zecca
in particolare, e quindi diciamo che la trasmissione non è
interumana se non attraverso contatti stretti e queste cose
così. Non c’è più la trasmissione anche perché il periodo di
incubazione è di 9 giorni e quindi diciamo che a questo punto
avrebbero dovuto esserci altri casi che non ci sono”.
“Qualora i risultati fossero positivi – ha concluso Rizzo –
non succede assolutamente niente perché il caso resta isolato e
sono casi di importazione per cui ovviamente quando si va in
alcuni Paesi bisogna andare preparati con misure di prevenzione
particolari facendo alcune vaccinazioni consigliate e bisogna
tornare sempre col dubbio che qualche virus che da noi ancora
non c’è ma che li è abbastanza diffuso possa colpirci. Quindi
bisogna stare attenti nei primi 7 giorni dal rientro da questi
paesi”.
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