lunedì, 25 Novembre 2024
Attentati a Kabul; i terroristi islamici attaccano l’occidente in fuga
Si complica ulteriormente la situazione a Kabul dopo il doppio attentato terrorista di matrice islamica con due o tre esplosioni avvenute questo pomeriggio intorno alle 16.00 (ora italiana. Le 18.30 ora locale) fuori dall’Abbey Gate dell’aeroporto della capitale afghana. Un funzionario americano ha indicato che l’attacco ha scatenato successivamente uno scontro a fuoco nella zona dove c’erano 5.000 afghani e alcuni americani che cercavano di accedere all’aeroporto.
L’attacco è arrivato poche ore dopo che il Dipartimento di Stato ha avvertito gli americani fuori dai cancelli dell’aeroporto di Kabul di ‹‹partire immediatamente›› a causa della crescente minaccia terrorista. Il primo bilancio parla di 40 morti tra i quali alcuni bambini e più di 120 feriti (sono almeno 5 gli americani, uno di loro è molto grave) ma si tratta solo della prima stima mentre su Kabul sta calando la sera che si annuncia difficile.
Il portavoce del Pentagono John Kirby su Twitter ha confermato i fatti: ‹‹Possiamo confermare che l’esplosione all’Abbey Gate è stata il risultato di un complesso attacco che ha provocato un numero di vittime civili e statunitensi. Possiamo anche confermare almeno un’altra esplosione presso o vicino il Baron Hotel, a breve distanza da Abbey Gate››
Chi è stato? Impossibile saperlo ora, nessuno ha rivendicato, anche se alcuni canali Telegram che fanno riferimento all’ISIS sono molto attivi in queste ore. Stamattina i media internazionali hanno anche riportato la notizia che un aereo da trasporto militare italiano C-130J, che trasportava giornalisti e 98 civili, sarebbe stato colpito da colpi da arma da fuoco ‹‹sparati da una collina vicina››. Non è chiaro cosa sia realmente accaduto, molto probabilmente i colpi sarebbero stati sparati in aria per disperdere l’enorme folla di disperati che vogliono lasciare l’Afghanistan.
Per tornare allo Stato islamico è certo che vuole attaccare Al-Qaeda e quindi i Talebani e “la rete Haqqani” in Afghanistan dove è arrivato tra la seconda metà del 2014 e l’inizio del 2015 quando diversi comandanti importanti del Tehreek-e-Taliban Pakistan (TTP), scontenti della leadership di Fazlullah Khurasani, decisero di dare vita all’affiliato locale di Daesh, Islamic State Khurasan Province (ISKP).
Per Riccardo Valle analista di Analytica for Intelligence and Security Studies: ‹‹In seguito alle operazioni militari pakistane di quegli anni, questi comandanti lasciarono il distretto di Khyber, Pakistan, e attraversarono la Valle di Tirah, arrivando nella provincia orientale afghana di Nangarhar, dove già si erano insediati altri militanti pakistani, sia del TTP che di altre fazioni. Da quando ISKP nacque ufficialmente nel 2015, entrò in rotta di collisione con i Talebani afghani, i quali stavano vivendo un periodo difficile in seguito alla rivelazione della morte dello storico leader Mullah Omar, tenuta nascosta per due anni. ISKP si espanse a Nangarhar e nella vicina Kunar, le quali divennero il cuore della provincia di Daesh in Afghanistan ma anche a Zabol dove trovò il supporto di gran parte dell’Islamic Movement of Uzbekistan e in alcuni distretti del nord, in particolare nel Jawzjan. Dal 2015 cominciò una lotta su più fronti contro il Governo di Ghani e contro i Talebani. Tra la fine del 2019 e febbraio 2020, i Talebani lanciarono una serie di offensive contro le roccaforti di ISKP a Nangarhar e Kunar, riconquistando i distretti perduti tra il 2015 e il 2018››
Chi sono oggi i miliziani dell’ISKP?
‹‹Oggi i militanti di ISKP sono andati per la maggior parte underground a Nangarhar e Kunar, dove possiedono forti simpatie da parte della popolazione salafita locale. È importante ricordare che Kunar, la vicina Nuristan e in parte Nangarhar possiedono una maggioranza della popolazione salafita che riconosce in ISKP l’unico gruppo che può opporsi ai Talebani, rappresentati dalla propaganda di ISKP come il gruppo suprematista Deobandi-Hanafita ostile ai salafiti. Tuttavia, il gruppo possiede diverse cellule sparse per il Paese come hanno testimoniato gli attacchi compiuti in questi anni verificatisi in più località, Jalalabad, Herat, Parwan, Kunduz, Samangan, e Kabul. A Kabul, ISKP possiede una fitta rete di militanti anche grazie alla complicità di salafiti e islamisti locali provenienti da altri gruppi non-militanti, come HizbutTahrir. A Kabul, inoltre, il gruppo ha commesso alcuni dei suoi attacchi più micidiali contro bersagli civili, minoranze sciite e sikh e donne e bambini. È difficile stimare l’esatto numero di militanti ISKP. Tuttavia, basti pensare che quanto i Talebani hanno raggiunto le prigioni di Bagram e Pul-i-Charkhi a Kabul a metà agosto, si stima che centinaia dei 2000 detenuti di ISKP siano fuggiti confondendosi con gli altri detenuti. Altri comandanti di ISKP, invece, sono stati giustiziati dalle guardie afghane o dai Talebani, come l’ex Emiro Abu Omar Khurasaniaka Mawlawi Zia ulHaq, originario di Kunar. Da notare inoltre anche che da luglio 2021, le ex-aree tribali pakistane – ora Khyber Pakhtunkhwa – sono ufficialmente parte di ISKP; questo potrebbe aiutare il gruppo a trovare nuovi spazi di manovra e ottenere nuove reclute tra i militanti locali››
Com’è composta la leadership del gruppo?
Oggi il leader di ISKP è il “Dottor” Shahab al-Muhajir, nascosto a Kabul, stando a un recente report dell’UNSC Monitoring Team. Shahab al-Muhajir è un prolifico scrittore, ha redatto diversi libri in lingua Pashto su come amministrare correttamente ISKP. Oltre a lui, figura importante è il portavoce Sultan Aziz Ezzam, più volte citato negli statements della leadership e nella radio di ISKP Khurasan Ghag Radio. ISKP non ha la forza di opporsi a Talebani e Al-Qaida in uno scontro frontale. Tuttavia, la sua forza sta nella capacità di stare nascosto in zone con un forte appoggio della popolazione locale (Kunar, Nangarhar e Kabul) e di compiere attacchi contro bersagli vulnerabili (donne, sciiti, sikh) e assassini mirati (diverse figure religiose e comandanti talebani, come Naik Muhammad, sono stati uccisi da ISKP in passato). Personalmente, ritengo che una delle sfide che attendono i Talebani in futuro è quello di dover fronteggiare un’opposizione armata salafita che si sta costituendo nelle province orientali e di cui ISKP è parte››