lunedì, 25 Novembre 2024
Attentato in Africa contro uno dei vertici del Wagner Group
Dmitri Sytyi, una delle figure più conosciute del gruppo di mercenari della Compagnia militare privata russa Wagner nella Repubblica Centrafricana, è stato vittima di un attentato lo scorso 16 dicembre nella Repubblica Centrafricana. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa russa TASS il 33enne, direttore generale della «Casa Russa», un centro culturale situato nel centro della capitale Bangui, «ha ricevuto un pacco anonimo, l’ha aperto e si è verificata un’esplosione». Secondo il procuratore della Repubblica di Bangui, Benoît Narcisse Foukpio, «il pacco che conteneva un ordigno esplosivo è stato spedito al responsabile della «Casa Russa» dalla città di Lomé (la capitale del Togo)» e sarebbe stato inviato «dal servizio internazionale della società DHL su un volo della compagnia Kenya Airways». Dmitri Sytyi apparso subito in gravi condizioni lunedì scorso è stato trasportato con un aereo privato a Mosca dove è tutt’ora ricoverato in condizioni gravissime.
Non appena la notizia è diventata di pubblico dominio Yevgeny Prigozhin, fondatore e proprietario della Wagner, ha insinuato che non ci sono dubbi sul coinvolgimento della Francia in questo attentato: «Mi sono già rivolto al ministero degli Esteri russo per avviare una procedura per dichiarare la Francia come Stato che sostiene il terrorismo». Secondo l’oligarca fedelissimo di Vladimir Putin il pacco bomba indirizzato a Dmitri Sytyi conteneva un messaggio di rivendicazione che diceva: «È per te, da parte di tutti i francesi, i russi stanno rovinando il nostro campo in Africa». In viaggio a Rabat, in Marocco, Catherine Colonna, il ministro degli Esteri francese, ha respinto queste accuse: «Questa informazione è falsa ed è persino un buon esempio di propaganda russa e dell’immaginazione fantasiosa che a volte caratterizza questa propaganda. Questa milizia [Wagner, ndr] si dedica a deplorevoli abusi sulle popolazioni civili e ci sarebbe molto da dire su di essa».
La Repubblica Centrafricana, il cui sottosuolo è ricco di oro e di diamanti, è teatro da tempo di una lotta durissima tra Francia e Russia. Diventato un laboratorio della propaganda russa nel continente africano, Bangui si è rivolta a Mosca nel 2018 dopo che Parigi ha messo fine all’operazione Sandaaris, lanciata cinque anni prima per tentare di rompere la spirale delle uccisioni intercomunitarie, senza però essere mai riuscita a pacificare l’intero territorio. Così, dopo aver siglato un accordo di difesa con le autorità, la Compagnia militare privata Wagner ha schierato circa 2.000 mercenari nel Paese. In cambio di un programma di formazione dell’esercito, diventato di fatto un sostegno militare contro i gruppi ribelli, la Compagnia russa, che assicura anche la protezione personale del presidente Faustin-Archange Touadéra (eletto nel 2016 e poi nel 2020), ha messo le mani su diverse concessioni minerarie.
La rottura con Parigi
Nell’estate del 2021 la Francia ha sospeso definitivamente la sua cooperazione militare con la Repubblica Centrafricana. Sulla stampa e durante le proteste a Bangui l’ex potenza coloniale fu allora vittima di un’intensa campagna anti-francese orchestrata dal Cremlino. L’attacco perpetrato contro Dmitri Sytyi arriva il giorno dopo la partenza degli ultimi quarantasette soldati francesi schierati nel sito di M’Poko, l’aeroporto di Bangui. Le autorità centrafricane hanno evocato una «ampia campagna di destabilizzazione del Paese» da parte di coloro che ritengono essere «nemici del popolo centrafricano» senza però specificare chi essi siano.
Chi è Dmitri Sytyi
Figura di spicco della propaganda russa nella Repubblica Centrafricana e già sanzionato dagli Stati Uniti, il nome di Dmitri Sytyi figura in un elenco di dipendenti dell’Internet Research Agency, un’organizzazione russa di diffusione di propaganda su Internet (di proprietà di Yevgeny Prigozhin) che ha avuto un ruolo importante durante le elezioni americane del 2016 che hanno visto Donald Trump arrivare alla Casa Bianca. Come scritto anche dal quotidiano francese Le Monde, che ne ha tracciato la biografia, Dmitri Sytyi è francofono, laureato in marketing alla Skema Business School di Parigi, arriva a Bangui ufficialmente come traduttore. Appare regolarmente al fianco di Valery Zakharov, veterano dell’intelligence russa, oltre che consigliere per la sicurezza alla presidenza della Repubblica Centrafricana. Le manovre militari del gruppo Wagner sono sotto la guida di Vitali Perfilev, un altro responsabile dei mercenari russi nella Repubblica Centrafricana. A capo della «Casa Russa», la missione di Dmitry Sytyi è anche quella di sostenere il Cremlino orientando la linea editoriale di diversi media, come la radio Lengo Songo. Serve anche come punto di riferimento politico per gli uomini del Gruppo Wagner attraverso la società Sewa Security. Dmitry Sytyi è anche tra gli azionisti di Lobaye Invest, un’altra società registrata nel 2017 a Bangui e destinata alla prospezione mineraria e al finanziamento dei paramilitari. La lotta di influenza tra Francia e Russia si materializza ogni giorno nel centro di Bangui sotto forma di cartelloni pubblicitari. Finanziati in particolare da Total Energie, Air France o dall’Agenzia francese per lo sviluppo, alcuni assicurano in uno slogan che «La France ti-be Africa» («La Francia è dalla parte della Repubblica Centrafricana»), mostrano una Torre Eiffel circondata da fiamme stilizzate di colore blu e rosso. Altri manifesti invece promuovono liquori e la vodka «Wa na Wa» («Ancora più forte», in lingua sango), una bevanda «Made in Centrafrica con la tecnologia russa», secondo diversi media di propaganda. Le sue scorte si trovano non a caso dietro la «Casa Russa» che offre corsi di lingua e proietta film come tra Tourist, un lungometraggio che racconta la riconquista da parte delle forze armate centrafricane e dei loro alleati dei territori nelle mani dei ribelli. Una ripresa del territorio macchiata di abusi (omicidi, torture, stupri) commessi contro i civili, denunciata dalla Francia, da un gruppo di esperti delle Nazioni Unite e da diverse organizzazioni non governative. Mentre scriviamo si apprende che nella notte tra domenica 18 dicembre e lunedì, un incendio ha devastato i locali della delegazione dell’Unione europea nel Paese, senza causare feriti. Le cause dell’incendio non sono state specificate dalle autorità.