Audiovisivo, 100 milioni investiti ne generano triplo

(ANSA) – ROMA, 11 LUG – Cento milioni di euro investiti
nell’audiovisivo italiano generano ricchezza per oltre 300
milioni, indotto compreso, e creano migliaia di posti di lavoro:
potenzialmente una media di 2281 occupati in più non concentrati
solo nel settore ma che comprendono anche, fra gli altri,
manifattura, costruzioni; istruzione, sanità e agricoltura. Un
numero che cresce molto quando l’investimento va nel Mezzogiorno
(su 100 milioni investiti in media si creano 3163 occupati in
più. Sono fra i numeri illustrati da Andrea Montanino, Chief
Economist e Direttore Strategie Settoriali e Impatto di Cassa
Depositi e Prestiti, nel convegno organizzato a Roma all’Anica ‘L’occupazione nella filiera cineaudiovisiva tra trasformazioni
industriali, effetti della pandemia e rivoluzione digitale”. Un quadro che ha bisogno “dal Parlamento, dal governo e dalle
istituzioni regionali, di certezza nelle risorse, nei tempi e
nell’effettività delle erogazioni e nella velocità delle
procedure sulle quali forse è arrivato il momento di fare
qualche disboscamento risoluto” spiega il presidente dell’Anica
Francesco Rutelli. Una grande incognita è anche la carenza di
manodopera nonostante l’alta richiesta: “E’ un’occasione
occupazionale che va sostenuta” osserva il presidente della
Commissione Cultura del senato Roberto Marti -. Lo Stato non può
che stare accanto al settore e dare dinamicità alla crescita”. Nella filiera cineaudiovisiva la rivoluzione digitale ha ridotto
le barriere geografiche” aggiunge Montanino. Siamo in un quadro
di costante crescita dell’export per la produzione europea (dal
2014 al 2021 +70%) . L’origine di questo cambiamento sono “le
piattaforme, che hanno reso il mercato sempre più globale.
    Aumenta la domanda di contenuti digitali, con poco meno di un
miliardo e mezzo di utenti abbonati all’online video, mentre è
stagnante la pay tv, scendono tv via cavo e satellite”. Tra le
criticità per l’Italia c’è la mancanza di grandi imprese
nell’audiovisivo, quelle che trainano la crescita nel settore:
solo 7 sono quelle con più di 250 addetti su otto mila
operatori. (ANSA).
   

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