Australia, diario di un viaggio. Sidney (parte 1)

Alla dogana ci si avvicina con un brivido. Sarà proprio come in Airport Security? Mi svuoteranno i bagagli e controlleranno tutti gli articoli pezzo per pezzo? Non avrò mica preso una mela dall’areo, anche se le hostess ci hanno ricordato mille volte di non farlo? L’ansia si rivela inutile: il controllo dei documenti procede senza intoppi e possiamo varcare la frontiera: benvenuti in Australia. Dopo oltre due anni di lockdown, è il momento di tornare a viaggiare. Le restrizioni sono cadute e per entrare a Sydney non serve più la quarantena, basta eseguire un test fai da te in hotel entro 24 ore dall’atterraggio. Il cambio euro-dollaro è vantaggioso e dal 22 giugno arriva una novità: Qantas lancia i voli diretti Roma-Perth-Sydney tre volte alla settimana. Arrivare nella terra dei canguri non è mai stato così facile, visto che si potrà dire addio agli scali in giro per il mondo.

A Sydney l’atmosfera che si respira è molto diversa rispetto a quella italiana: nessuno indossa più le mascherine nei bar e nei musei, l’unico luogo dove restano obbligatorie sono aerei e mezzi di trasporto pubblico. I ristoranti sono pieni, come le spiagge: i lockdown sono ormai solo un ricordo. Nascono nuovi hotel, come il primo della catena americana Ace (che sbarca così nell’emisfero Sud), inaugurato a fine maggio. Nuovissimi anche il Kimpton Margot, ricavato all’interno di un edificio art deco degli anni Trenta che ospitava l’autorità di controllo dell’acquedotto, e il Crown tower, ideale per chi si vuole dare al lusso, che offre una piscina mozzafiato con vista sulla baia e lettini direttamente nell’acqua.

La voglia di rinascere si vede anche dal ritorno delle grandi manifestazioni pubbliche, prima fra tutte Vivid Sydney (fino al 18 giugno), il festival delle luci d’artista che nel 2019, prima dello stop forzato, aveva attirato in città 2,4 milioni di visitatori. I locali all’aperto, affollatissimi visto il clima mite nonostante stia iniziando l’inverno, offrono musica dal vivo. Le strade sono piene di suonatori che però non chiedono monetine, ma donazioni online attraverso un Qr code.

Per chi arriva dall’altra parte del mondo, non possono mancare tappe classiche come la gita allo zoo per farsi un selfie con i koala, il giardino botanico, l’Opera house o la scalata dell’Harbour bridge. Ma Sydney offre anche piccoli quartieri da scoprire e sorprese inaspettate. In particolare, il Paese sta spingendo molto sulla riscoperta e la valorizzazione della cultura aborigena, tanto che si moltiplicano città e territori che al nome occidentale affiancano quello tradizionale. Per saperne di più, si può iniziare la visita della città con il tour Dreamtime Southern X , durante il quale una guida aborigena svela i segreti del quartiere di The Rocks, dove sorge l’Opera house, oggi cuore della città e anticamente considerato un luogo sacro. Circondati dai grattacieli, si scopre che le palme che circondano gli imbarchi dei traghetti venivano usate per creare borse e reti. Gli altri alberi, invece, hanno “ispirato” canoe e boomerang: per costruirli bastava seguire la curvatura naturale del legno. Come ripete sempre Margret, la guida: «Il copyright è della natura».

Da non perdere

Un giro al mercato degli artigiani che si tiene ogni week end nelle stradine che circondano The Rocks, caratterizzate da edifici bassi di mattoni che un tempo ospitavano i magazzini. Si trova di tutto un po’, come i portachiavi fatti con la moneta da un dollaro (decorata con un canguro): potete scegliere quelle coniate nel vostro anno di nascita.

Dove mangiare

Il cibo in Australia è ottimo, con ricette particolari nate da un mix di spezie e materie prime da ogni parte del globo. Va molto di moda ordinare tanti piccoli piattini da condividere al posto della classica portata principale. Per una cena chic, potete provare Luke’s kitchen, il ristorante dell’hotel Kimpton Margot guidato dallo chef Luke Mangan. Il piatto da non perdere sono le patatine fritte spolverate con tartufo e parmigiano. A The Rocks, invece, con una tappa da Pony dining si possono assaggiare gli spiedini di canguro: ricorda il cavallo.

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