Barbera, gli italiani in stato di grazia

(ANSA) – VENEZIA, 06 SET – Zero contagi (sei risultati
positivi ma erano falsi positivi alla prova successiva), folla
ovunque, sala sold out, grande accoglienza: Venezia 78 al giro
di boa presenta un bilancio positivo, da grande annata. “Gli
accreditati sono +60% rispetto alla scorsa edizione, c’è stata
una sorta di assalto alla diligenza, sembra di essere tornati
indietro di tre anni”, dice il presidente della Biennale Roberto
Cicutto, impegnato anche a traghettare verso la neutralità
carbonica la Mostra, un obiettivo green apripista per un
festival, di contrasto al cambiamento climatico, cercando la
certificazione Rina. E già si parla del futuro: il rifacimento
della sala Perla al Casinò, quella al terzo piano oggi chiamata
sala Perla 2, forse una nuova struttura temporanea, tutto questo
per aumentare la capienza delle sale.
    I numeri parlano di una edizione in ripresa rispetto allo
scorso tragico anno: 23.713 biglietti venduti al 5 settembre
(erano 13.162 nel 2020 e 28.741 a fine mostra 2019), 676
abbonamenti (281 nel 2020), 9.800 accrediti (6.908 nel 2020,
12.800 a fine mostra 2019) e molti più giornalisti stranieri
come è ovvio. Solo il 10% degli accreditati non è vaccinato.
    “Indietro non si torna, si può solo andare avanti e migliorare”,
aggiunge il direttore Alberto Barbera sottolineando che la
piattaforma di prenotazione di posti in sala, Boxol, “che pure
all’inizio ha rivelato criticità per il numero di accreditati di
quest’anno, comunque sarà confermata con migliorie sul
funzionamento”.
    Tanti italiani? “Più o meno sono lo stesso numero di altre
edizioni, solo che cinque sono in concorso. In generale non è
tanto la quantità del cinema italiano presente a Venezia 78
quanto la qualità: è in uno stato di grazia”, è il commento del
direttore della Mostra del cinema che sul tema dell’ingorgo di
uscite in sala dei tanti film prodotti con il rischio di non
trovare pubblico né valorizzazione alza le mani: “E’ un tema
comune in tutta Europa, ma non è un problema che può risolvere
un festival”. (ANSA).
   

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