giovedì, 28 Novembre 2024
Bentivoglio, un piacere della vita è osservare gli altri
Clarke Gable “dichiarò in
un’intervista che fare l’attore è difficile solo nei primi
trent’anni. Ecco: qui, sotto l’aspetto di una battuta molto
spiritosa, si nasconde invece una profonda verità”. Lo spiega
Fabrizio Bentivoglio nella sua lettura/monologo, ‘Piccolo
almanacco dell’attore con la quale’, presentata in anteprima ad
Attorstudio – Milazzo Film Festival, il primo festival
interamente dedicato all’arte e allo studio dell’attore e della
recitazione, diretto da Caterina Taricano e Mario Sesti, dove
l’attore ha ricevuto l’Excellence Acting Award .
“Pensate solo che alla Civica Scuola d’Arte Drammatica “Paolo
Grassi” di Milano il nostro insegnante di Dizione, l’ineffabile
Aino Piodi, una delle prime voci della nostra Radio, ci diceva
che, una volta finiti i corsi del triennio, ci sarebbero voluti
dieci anni per capire di che pasta eravamo fatti”, racconta.
Rispetto all’inizio della professione d’attore, “vi è mai
capitato di essere seduti sulla panchina di un parco, al
tavolino di un bar o in treno e di sentirvi invisibili? Come se
tutti gli altri intorno non facessero caso a voi, non vi
avessero visto, come se voi non ci foste – sottolinea -. Ecco, a
me è capitato diverse volte e considero questa la condizione
ideale per poter godere indisturbati di uno dei piccoli piaceri
che ci offre la vita: l’osservazione degli altri”, recita il
testo che comprende tante spassose “istruzioni per l’uso” per
chiunque volesse intraprendere la carriera dell’attore. Ma anche
una compilation di storie, come quella che vede Mastroianni,
dire a Bentivoglio, che gli parla con trasporto di De Niro che
ha messo su 40 chili per fare Jack La Motta in Toro scatenato: “Noi usiamo il cuscino”.
In suo omaggio, c’è stata anche una proiezione aperta al
pubblico del suo film come regista: Lascia perdere Johnny!. “Mi
somiglia come un figlio – ha detto l’attore -. il film è del
2006 e fare la regia di un film è un’assunzione di paternità in
tutti i sensi. Per questo, quando mi chiedono perché non ho
fatto più regie dopo, rispondo che nel 2007 è nato il mio primo
figlio, che poi è una figlia, e poi ne ho avuti altri due. Tre
in tutto. Diciamo che ho completato così la mia filmografia”.
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