martedì, 26 Novembre 2024
Berlusconi torna al Senato e promette fedeltà alla Meloni (e all’Ucraina)
«Darò molto volentieri la parola, è un bentornato, al Presidente Silvio Berlusconi». Dopo 8 anni e 11 mesi dalla decadenza che lo portò fuori dal Senato Silvio Berlusconi oggi ha preso di nuovo la parola nell’aula di Palazzo Madama per le dichiarazioni di voto e la fiducia al Governo di Giorgia Meloni.
Un discorso atteso, che secondo alcuni osservatori avrebbe potuto regalare anche sorprese spiacevoli per la stessa premier; nulla di tutto questo.
L’esordio è da solito, navigato, esperto di comunicazione ed amante delle gradi platee e delle grandi occasioni: «Oggi non farò sfoggio della mia eloquenza e quindi mi sono scritto tutto quanto. Sono felice di essere qui e devo dirvi anche perché tre ore fa ho avuto il mio 17° nipotino…».
Poi per i 10 minuti successivi parole mirate e chiare su quelli che sono gli obiettivi che deve perseguire questo esecutivo. Non senza però un iniziale ritorno al passato. Berlusconi infatti ha ribadito la sua paternità sulla coalizione di centrodestra «che in tutti questi anni è sempre stata unita» e ha ricordato anche quelli che 25 anni fa come oggi sono i valori fondamentali. Molto chiare le parole sui rapporti con la Russia ed il posizionamento dell’Italia nello scacchiere internazionale. «Sono sempre stato un uomo di pace e mi sono sempre adoperato per la pace, sempre in accordo con l’Europa, la Nato e gli Stati Uniti… Anche oggi non possiamo non essere con l’occidente nella difesa dei diritti di un partito libero e democratico con l’Ucraina…Su questo la nostra posizione è ferma e convinta e non può essere messa in discussione da nessuno».
Poi immancabili le richieste di una rapida riforma del fisco, da sempre cavallo di battaglia del leader di Arcore e dell’altra sua grande sfida: la riforma della giustizia. Ed in conclusione una promessa con un riferimento speciale: «Al Presidente del consiglio i miei, i nostri più affettuosi auguri per tutti i prossimi 5 anni (scandito con fare solenne) di lavoro»
E se le emozioni e fibrillazioni non sono state regalate del leader di Forza Italia (le cui parole erano state precedente da un discorso altrettanto conciliante ed amichevole di Licia Ronzulli) purtroppo anche ili esto del dibattito ha regalato poco. O meglio. ha mostrato l’opposizione profondamente divisa. Un Movimento 5 Stelle più a sinistra della sinistra stessa, un Pd in difficoltà bombardato anche (tra le risate della stessa Meloni) da Matteo Renzi che ha snocciolato tutti gli errori fatti in questi due giorni di dibattito («Ma come fate, amici del Pd, ad attaccare la Meloni sulle quote rosa. Lo dica, Presidente Meloni, vi siete messi d’accordo. Non c’è alternativa. Altrimenti siete masochisti…»).
Alla fine la fiducia è arrivata con una coalizione compatta anche nei numeri.
I passaggi istituzionali sono finiti. Ora bisogna cominciare a fare, e sul serio.