Bernard-Henry Levy, Europa lotti contro sovranismo

(ANSA) – ROMA, 21 OTT – “Ci sono due tipi di scrittori,
entrambi rispettabili, quelli chiusi nella loro torre d’avorio e
quelli che guardano fuori e si buttano tra le persone. Io sono
tra questi ultimi e non cambierò mai”: Bernard-Henry Levy,
filosofo giornalista per Paris Match e La Repubblica, reporter,
scrittore è l’esempio classico, e anche molto francese,
dell’intellettuale sempre militante. Alla Festa di Roma, con la
sua ‘divisa’ di completo scuro e camicia bianca, la stessa che
ha indossato pure tra i peshmerga curdi, ha portato oggi un
film-documentario che mostra le sue missioni tra i conflitti più
o meno dimenticati, la sua voglia di esserci e documentare. Si
intitola Une autre idée du monde (The will to see), co-diretto
con Marc Roussell e il 28 ottobre, per La Nave di Teseo, uscirà
il libro da cui è tratto, Sulla strada degli Uomini senza nome.
    Levy, 72 anni ancora di grande energia e carisma, documenta
l’umanità in Nigeria, Ucraina, Somalia, Grecia, Bangladesh,
Kurdistan, Libia, Afghanistan, negli stessi mesi in cui in
Europa si pensa solo al Covid: inviato da un gruppo di giornali
per raccontare luoghi di sofferenza e guerre dimenticate. “Avevo
22 anni quando ho raccontato la mia prima guerra , era in
Bangladesh e da allora, sono passati 50 anni e io sono sempre lo
stesso. Tanti intellettuali che conosco hanno cambiato giacca ,
io ho gli stessi sogni, le stesse speranze, e spero la stessa
energia”, dice in un’intervista all’ANSA, “e anche la tristezza
che mi resta addosso l’ho sempre avuta. Oggi se ne aggiunge
un’altra però che prima non avevo: il mondo diventa sempre più
egoista, sempre più feroce. Il sovranismo cresce, è una piaga e
non c’era quando ero più giovane. Per l’Europa è un orizzonte
cupo se non lotta questo sovranismo. In Italia siete stati
bravi, sono molto felice del risultato delle recenti elezioni,
finalmente una buona notizia, Salvini e i suoi sono in declino,
state dando un buon esempio”. (ANSA).
   

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