Bonificare la discarica di Malagrotta è impossibile

Tra cassonetti strabordanti di spazzatura ed incendi si dice dolosi proprio legati alla piaga della raccolta dei rifiuti Roma sta vivendo un momento particolarmente complesso. E non è possibile parlare di rifiuti nella capitale senza chiamare in causa quelle discariche fuori dalla legge, veri e propri serbatoi di inquinamento ed illegalità. Come quella di Malagrotta, la più famosa, una delle più grandi d’Italia con le sue 70 milioni di tonnellate di spazzatura da gestire.

In Italia le discariche da bonificare non conformi alle direttive dell’Unione europea sono diminuite, facendo di conseguenza abbassare i costi delle sanzioni attivate dalla Commissione Eu per la procedura di infrazione dovuta alla mancata bonifica dei siti inquinati. A preoccupare però non sono solo le discariche più vecchie soggette alle sanzioni europee ma soprattutto quelle dismesse più recentemente che presentano delle criticità e un quantitativo di rifiuti quasi incalcolabile come, appunto, Malagrotta. Per la sua messa in sicurezza il Governo ha stanziato circa 250 milioni di euro; ribadiamo: non si tratta di soldi per la sua bonifica ma solo denaro necessario a coprire le spese di quegli interventi con i quali ridurre e limitare i rischi per la salute pubblica e l’ambiente. Fondi che a detta di molti, avrebbero dovuto essere stanziati dal soggetto privato della discarica ma che invece sono stati presi dal Pnrr.

A occuparsi delle discariche il Commissario Unico alle bonifiche dei siti inquinati il generale dei Carabinieri Giuseppe Vadalà
Cosa ci può dire della discarica di Malagrotta?
«Per questa missione è stata incaricata l’Arma dei Carabinieri con il Decreto 152 del novembre del 2021. Malagrotta non è compresa nelle bonifiche che riguardano il contenzioso europeo ma è stata comunque inserita nei siti da mettere in sicurezza perche la discarica presenta particolari criticità sia per la quantità’ di rifiuti che per la tipologia.Per questi motivi la Regione Lazio e il Governo ci hanno incaricato di occuparcene ed ora si stanno avviando le procedure amministrative di gara a cui si farà fronte con 250 milioni del Pnrr. La discarica è una delle più grandi d’Italia con al suo interno circa 70 milioni di tonnellate di rifiuti. Il nostro compito però non sarà di bonificare ma di rendere il sito sicuro per l’ambiente e la salute pubblica».

A che punto sono le bonifiche degli altri siti?
«Dal 24 marzo 2017 quando il Governo ha incaricato l’Arma dei Carabinieri per la bonifica e messa in sicurezza di 81 siti di discariche abusive, abbiamo regolarizzato 65 siti rimanendone 16 che crediamo di fare fuoriuscire dal contenzioso entro il 2024»
Quanto e in quale modalità l’Italia ha pagato all’Europa causa dei ritardi nella bonifica dei siti ?
«Ad oggi per i 200 siti di discarica abusivi il nostro Paese ha versato all’Europa piu’ di € 280.000.000. L’azione del Commissario Unico di Governo ha consentito ad oggi di risparmiare piu’ di € 25.000.000 per anno con una sanzione dagli iniziali € 46.000.000, che oggi e’ di € 4.000.000. In questi anni si e’ conseguito il disinquinamento dei territori aumentando il benessere dei cittadini»
Quali sono stati e sono i siti con maggiori criticità?
«Abbiamo alcune grandi bonifiche da effetture che sono soggette a sanzioni europee perchè sono passati già degli anni e sono a Chioggia (VE), Ascoli Piceno, Pizzo (VV), Augusta (SR), Amantea (CS), Pagani (SA)»
A che punto siamo?
«Entro il 2023, dei 16 siti rimasti, 12 di questi devono essere regolarizzati come obiettivo del PNRR, i 4 rimanenti dovranno essere completati entro il 2024»
Quanto è stato speso per le bonifiche?
«Ad oggi per la bonifica e messa in sicurezza dei 65 siti sono stati spesi € 25.000.000».

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