lunedì, 27 Gennaio 2025
Bruce Lee, Harvey Weinstein e la pensione: Quentin Tarantino si confessa
Soltanto un paio di giorni fa vi avevamo riportato l’ennesima sparata di Quentin Tarantino circa la sua intenzione di ritirarsi. Ora, il regista è tornato sull’argomento in occasione di un’intervista nel podcast di Joe Rogan. Durante il quale i due hanno discusso di una serie di argomenti scottanti, persino controversi, riguardo la carriera di Tarantino.
Quest’ultimo è in tour per promuovere C’era una volta a Hollywood, il suo primo romanzo. Un’estensione del suo ultimo – e forse penultimo – film. Anche del film si è parlato in un paio di occasioni. Iniziamo da quelle…
Brad Pitt contro la Manson Family
Rogan ha suggerito a Tarantino che un attacco violento come quello perpetrato da Cliff Booth (Brad Pitt) contro i membri della Family di Manson in C’era una volta… a Hollywood non sarebbe stato perdonato a nessun altro regista. E quindi che Tarantino sia in un certo senso esentato dal doversi regolare nell’uso della violenza. Tarantino ha risposto:
Parliamo di tre dei più sanguinari e violenti assassini del 20° secolo. La loro follia non li esentava dal farsi spaccare la faccia.
Brad Pitt contro Bruce Lee
Altra scena che ha scatenato critiche in C’era una volta… a Hollywood è quella in cui Cliff Booth sfida Bruce Lee a duello. La figlia di Lee ha accusato Tarantino di aver diffamato suo padre. Tarantino da un lato comprende questa critica: “Capisco che sua figlia abbia avuto problemi con la scena, è suo padre, cazzo, lo capisco”. Dall’altro, il regista non accetta le critiche che gli sono state mosse da altri. E spiega che gli stuntmen impiegati nella serie Il calabrone verde, nella quale Lee recitava all’epoca della scena in questione, odiavano l’attore:
Gli stuntmen di The Green Hornet odiavano Bruce Lee, lo dice il libro di Matthew Polly [Bruce Lee: A Life, ndr]. Bruce era irrispettoso nei confronti degli stuntmen americani, e li criticava costantemente. Li colpiva sempre con piedi e pugni e arrivò un momento in cui si rifiutarono di lavorare con lui […]. Non è professionale. Cliff è un veterano, ha combattuto nella Seconda Guerra Mondiale. Se Cliff si misurasse con Bruce Lee in un torneo di arti marziali al Madison Square Garden non avrebbe scampo. Ma da veterano che ha ucciso nemici nella giungla, lo ucciderebbe.
Harvey Weinstein
A proposito di Harvey Weinstein, con cui Tarantino ha collaborato per tutta la sua carriera fino allo scandalo che lo ha travolto (anzi, possiamo dire che Weinstein ha lanciato Tarantino), il regista ha dichiarato:
Vorrei avergli parlato. Vorrei averlo affrontato quella sgradevole conversazione. Non sapevo nulla degli stupri, ma sapevo che… L’ho liquidato come il boss che insegue la segretaria intorno alla scrivania… faceva avance non richieste. Era così che la vedevo. Credo che nessuno ne abbia mai parlato con lui. Ma tutti quelli che erano nella sua orbita lo sapevano… Probabilmente non sapevano nulla degli stupri. Ma avevano sentito cose.
Mickey Rourke in A prova di morte
Prima di Kurt Russell, nel ruolo di Stuntman Mike in Grindhouse – A prova di morte avrebbe dovuto esserci Mickey Rourke. Tarantino si stufò di aspettare che l’agente dell’attore prendesse una decisione:
L’agente ci stava facendo impazzire. Gli dissi: “Ecco l’offerta, avete fino alle 9 di venerdì sera per accettare o rifiutare”. E loro hanno lasciato scadere la deadline.
Rourke era interessato, spiega Tarantino, ma l’agente aveva pretese e pensava di poter fare i propri comodi:
Quando gli agenti mi trattano così, stacco la spina. Sono piromani travestiti da pompieri.
Su Jennifer Jason Leigh
Quentin Tarantino ha ricevuto critiche anche per il trattamento del personaggio di Daisy Domergue (Jennifer Jason Leigh) da parte di John Ruth (Kurt Russell) in The Hateful Eight. Ruth la picchia costantemente durante il film, e questo ha sollevato discussioni sul trattamento delle donne al cinema:
Stronzate. Non c’è niente che succeda a lei che non sarebbe successo a un uomo nella stessa situazione. Se invece di Daisy Domergue ci fosse stato Big Bill Shelly, un tizio di 100 chili con una grossa barba alla Grizzly Adams, non ci faresti caso al fatto che Kurt Russell lo prenda a sberle tutto il tempo. Beh, io lo faccio succedere a una donna che è cattiva quanto Big Bill Shelly perché non faccio favoritismi. Lo rende più duro da guardare, e a me sta bene, è un film duro. Deve fare male. È come quando la famiglia di neri che gestisce la merceria viene sterminata dalla gang di Daisy; il fatto che siano neri lo rende più doloroso. Bene, è giusto che faccia più male!
La pensione
Tarantino è tornato a parlare, infine, del suo ritiro dalla regia, dicendo:
Tutti conoscete attori, band, cantanti, sportivi che amavate, e quando facevano qualcosa di nuovo era eccitante e speciale. E poi, a un certo punto, non è più eccitante né speciale. Non significa che non abbiano merito, ma non c’è più l’eccitazione di quando Tizio o Caio aveva un nuovo film o album in uscita. Voglio ritirarmi prima di perdere contro Leon Spinks [il pugile che strappò il titolo di campione del mondo dei pesi massimi a Muhammad Ali nel 1978] e lasciarvi in sospeso. Non voglio che diventi tipo: “Dimentica la robaccia che sta facendo adesso, una volta…”.
Rogan ha ribattuto dicendogli che ora è al massimo della forma, al che Tarantino ha risposto: “È il momento perfetto!”. E ha aggiunto:
Non lo stai dicendo apertamente, ma sotto sotto quello che stai dicendo è “No, stronzo, siamo noi ad abbandonarti. Non puoi tu abbandonare noi! Ti diremo quando hai finito, non ce lo puoi dire tu!
Infine, ha parlato di quale potrebbe essere il suo ultimo film, che teoricamente sarà il prossimo:
Non so quale sarà la prossima storia. Immagino che sarà una sorta di epilogo. [C’era una volta] è stato un progetto grosso. Spero di fare un altro paio di libri e una play, e poi vedremo a che punto sarò. Voglio fare Hateful Eight e Le Iene a teatro. E potrei pensare di scrivere un romanzo basato su Le Iene.
Fonte: The Hollywood Reporter