lunedì, 25 Novembre 2024
Cade Kabul, muore l’Afghanistan e nasce l’emirato islamico
Come ampiamente previsto questa mattina Kabul, la capitale dell’Afghanistan, che da ieri era stata circondata dai talebani, è caduta e così in soli dieci giorni si sono ripresi tutto il Paese, senza praticamente trovare resistenze e con gli occidentali in fuga. Le Forze governative non hanno sparato un solo colpo e in alcuni video si vedono i talebani armati fino ai denti entrare in città a bordo di autobus e furgoni scoperti, applauditi dalla folla. Sempre stamani i talebani sono entrati a Jalalabad, nell’Afghanistan orientale, anche qui senza colpo ferire e gli insorti hanno rivendicato l’azione: “Pochi istanti fa, i mujaheddin sono entrati a Jalalabad, la capitale della provincia di Nangarhar. Tutti i quartieri sono ora sotto il loro controllo”, ha detto Zabihullah Mujahid, uno dei loro portavoce. Ma come è possibile che le Forze governative non abbiano mosso un dito? Eppure gli Stati Uniti dal 2002 hanno speso quasi 100 miliardi di dollari per equipaggiare e addestrare le Forze di difesa e sicurezza nazionali dell’Afghanistan (ANDSF), nei quali ci sono anche quasi 10 miliardi di dollari per la fornitura di aerei e mezzi.
Ma allora perché? La corruzione endemica e il debole Governo afgano che non è riuscito a garantire che i militari delle Forze afgane fossero pagati o che ricevessero cure e risarcimenti adeguati dopo essere stati feriti, hanno fatto sì che nel momento del bisogno le Forze armate evaporassero. Secondo Edward Luttwak analista strategico del Governo degli Stati Uniti: “L’esercito afgano era esso stesso una frode, a parte i furti dei suoi finanziatori afgani. La frode intrinseca era l’impossibilità di un esercito afgano in assenza di una nazione afgana. I membri delle etnieTadjik, Uzbek, Hazara e anche le unità Pathan avrebbero potuto sconfiggere i taleb, ma i Generali dell’IC si sono rifiutati. Biden è stato criticato per aver abbandonato l’Afghanistan agli afgani sbagliati, ma poiché gli afgani giusti sono quelli nelle loro belle case di Dubai (acquistate con fondi statunitensi dirottati), l’unica alternativa all’abbandono era convertire le truppe statunitensi in una polizia afgana, per sempre” .
L’annuncio della resa è arrivato direttamente dal Ministro degli interni ad interim afgano Abdul Sattar Mirzakwal che alle 11.09 in un video diffuso da Tolonews ha dichiarato: “Kabul non sarà attaccata e la transizione avverrà pacificamente”. Il Ministro ha anche assicurato che “le Forze di sicurezza garantiranno l’incolumità dei cittadini”, una frase alla quale è difficile credere dopo i rastrellamenti avvenuti ancora stanotte, nei confronti di coloro che sono sospettati dai talebani di aver collaborato con gli occidentali. Già alle 11.30 i talebani hanno annunciato di “non voler prendere d’assalto la città”, annuncio al quale hanno fatto eco le parole del Ministro degli interni che ha aggiunto: “Il potere e la capitale saranno consegnati ai talebani durante i colloqui” iniziati all’ora di pranzo all’interno del Palazzo presidenziale. Così il Presidente e l’attuale Governo stanno per dimettersi in modo da consegnare il potere ai talebani, mentre questi ultimi promettono sicurezza a tutti i dipendenti pubblici e al personale militare con queste parole “non stiamo cercando vendetta e tutti i funzionari civili e militari rimarranno al sicuro”.
Parole che lasciano il tempo che trovano. Il Presidente Ashraf Ghani, che sabato aveva parlato alla nazione per la prima volta dall’inizio dell’offensiva talebana, è ormai un uomo solo che deve pensare più alla propria pelle che al destino dell’Afghanistan. I tentativi da lui fatti di ingaggiare negli scorsi giorni alcuni signori della guerra sono falliti perché questi, fiutata l’aria, o sono passati armi e bagagli con gli insorti o sono scappati. Anche la strada diplomatica si è rivelata inutile perché il negoziato che si teneva in Qatar è fallito sul nascere. La situazione nella capitale è estremamente confusa, migliaia di persone stanno tentando di fuggire in auto da Kabul e chi può prova a raggiungere l’aereoporto e dvanti alle banche c’è la fila per prendere i propri soldi prima della fuga mentre i bancomat non erogano più denaro da ieri sera.
Il nuovo Governo sarà guidato dal leader militante Mullah Abdul Ghani Baradar già vice del Mullah Omar e che nel febbraio del 2020 aveva firmato per i talebani l’accordo sul ritiro delle forze statunitensi dall’Afghanistan, arrivato all’interno del palazzo presidenziale alle 12.39 di oggi.
Intanto, mentre i talebani si riprendono il Paese,il Dipartimento per la sicurezza nazionale americano ha diramato un’allerta terrorismo citando potenziali minacce che arrivano da fuori e dall’interno degli Stati Uniti e menzionando il rischio di “violenze mirate” in occasione del ventennale degli attentati dell’11 settembre 2001 e delle prossime feste religiose. Il Dipartimento non ha citato alcuna minaccia specifica, ma registra “che gli Stati Uniti si trovano in un ambiente di accresciuta minaccia alimentato da fattori che includono estremisti violenti motivati da odio razziale ed etnico e risentimento per le restrizioni imposte durante la pandemia”.
Nel bollettino si legge anche come al Qaeda nella Penisola arabica abbia recentemente pubblicato la prima copia in inglese dopo quattro anni della sua rivista Inspire, a dimostrazione di come le organizzazioni terroristiche internazionali continuino i loro sforzi per reclutare estremisti negli Usa. L’anniversario e le festività che si avvicinano “potrebbero fungere da catalizzatore per atti di violenza mirata”. Magari prima di permettere ai talebani e quindi ad Al- Qaeda di riprendersi l’Afghanistan andava fatta una riflessione maggiore. Forse era chiedere troppo.