Carlo Sironi, un film sulla bellezza della gioventù

“‘Quell’estate con Irène’ nasce
dal desiderio di raccontare quel momento in cui le prime
impressioni della vita ci colpiscono e vanno a creare la nostra
identità e la nostra memoria, quell’estate che non
dimenticheremo mai. Volevo realizzare un film che avesse la
sostanza indefinita di un sogno ad occhi aperti e la precisione
chirurgica dei ricordi più importanti”. Così Carlo Sironi
sintetizza appunto ‘Quell’estate con Irene’ che passa a
Generation 14plus alla 74ma Berlinale.
    Esteticamente perfetto, ma non sempre solo algido questo film
secondo lungometraggio del regista che aveva debuttato nella
sezione Orizzonti della Mostra di Venezia nel 2019 con Sole,
vincitore del Fipresci come migliore esordio agli European Film
Awards 2020, è fatto più di immagini che di parole. Questa la
storia. Agosto 1997 Clara (Camilla Brandenburg, la Rebecca della
quinta e sesta stagione di Skam Italia) e Irène (Noée Abita) si
incontrano per la prima volta durante una gita organizzata
dall’ospedale che le ha in cura per una grave malattia. Più
introversa la prima, sfacciata l’altra, sono due diciassettenni
esili che vivono all’ombra di una malattia che incombe su di
loro, ma che non spegne del tutto la loro giovinezza. Insieme si
sentono forti e diventano subito inseparabili tanto da scappare
insieme su un’isola lontana dove poter vivere la loro prima vera
estate. Dice all’ANSA il regista: “Clara e Irene vogliono vivere
in pieno l’adolescenza. In questi due personaggi c’è l’enorme
stupore e fascinazione che avevo per l’amicizia femminile come
la vedevo in molte mie amiche capaci di dichiarare con forza e
semplicità il loro legame”. Scritto dal regista con Silvana Tamma, Quell’estate con Irène è
una co-produzione Italia-Francia di Giovanni Pompili di Kino
Produzioni con Rai Cinema, in co-produzione con Julie Billy e
Naomi Denamur di June Films. Le due giovani attrici sono
affiancate da Claudio Segaluscio, Gabriele Rollo, Beatrice
Puccilli, Anna di Luzio e Maurizio Grassia.
   

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