Cate Blanchett, omaggio gli aborigeni del mio paese

(ANSA) – CANNES, 19 MAG – “Il mio paese, l’Australia, è un
posto sconfinato e magnetico, ma è difficile raccontarlo in un
modo audace come ha fatto Warwick Thornton”, dice Cate
Blanchett, ben consapevole che The New Boy, applaudito a Un
Certain Regard oggi a Cannes, potrà fare una lunga strada
internazionale grazie al suo nome in cartellone.
    Questo film, l’attrice due volte premio Oscar (il terzo
sfiorato quest’anno con l’interpretazione magistrale della
direttrice d’orchestra in Tar) lo ha immaginato e coprodotto,
convinta della storia potente da raccontare. Il regista è un
cineasta aborigeno alla sua terza opera (a Cannes aveva vinto la
Camera d’oro) e di cultura aborigena australiana, della loro
religione animista gronda il film in una storia spirituale che
la mette a confronto con il cristianesimo e i suoi riti,
qualcosa che potrebbe incuriosire il nostro Marco Bellocchio che
in Rapito racconta un contrasto tra religione cattolica ed
ebraismo.
    “Non tutti i supereroi indossano scarpe” ha detto Cate
Blanchett al festival tenendo per mano il giovane protagonista
di The New Boy, Aswan. Blanchett interpreta sorella Eileen, una
suora che gestisce un orfanatrofio convento in mezzo ai campi di
grano in sconfinati spazi australiani. Alleva ragazzi perduti,
senza famiglia e li educa cattolicamente, fino al battesimo. Un
giorno arriva questo bimbetto che non sa parlare, mangia con le
mani, ha una strana magia, qualcosa di connesso alla natura e
alla terra che quasi spaventa la piccola comunità. Quando la
suora riceve un prezioso crocefisso in legno per la piccola
Chiesa, il ragazzino senza nome quasi se ne innamora. “Il film
parla dell’estinzione di una religione bella, sostenibile e
premurosa. Una religione che può coesistere con altre
spiritualità, ma il cristianesimo rifiuta di coesistere con
essa”, ha detto Thornton. (ANSA).
   

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