mercoledì, 5 Febbraio 2025
ChatGpt è costato ad OpenAi 540 milioni di dollari
(ANSA) – MILANO, 08 MAG – OpenAi, l’azienda che sviluppa il
linguaggio di intelligenza artificiale alla base di ChatGpt, ha
perso 540 milioni di dollari nel 2022. La cifra, apparsa sul
sito The Information, indica che gran parte della flessione
deriva propri dall’impegno profuso dall’organizzazione nella
finalizzazione di ChatGpt. OpenAi, all’inizio di quest’anno, ha
ricevuto da Microsoft un forte investimento, pari a circa 10
miliardi di dollari. Ma il big dell’hi-tech non è nuovo a
supportare l’organizzazione: l’aveva finanziata già tra il 2019
e il 2021 con 1 miliardo di dollari. Come spiega The
Information, gli alti costi derivano dal potere di calcolo dei
computer necessari al funzionamento e all’elaborazione dei dati
per i cosiddetti Llm, i “large language model”, i modelli
linguistici che donano a progetti come ChatGpt la capacità di
comprendere il linguaggio umano e rispondere in maniera
conversazionale. Un analista ascoltato dalla testata ricorda che
solo ChatGpt “costa” a OpenAi circa 700 mila dollari al giorno.
A febbraio, OpenAi ha lanciato un canone in abbonamento,
chiamato ChatGpt Plus, per cercare di fare cassa. Tuttavia, The
Information ricorda che difficilmente i 20 dollari al mese
richiesti ad ogni iscritto al servizio riusciranno a sanare il
debito: “più clienti utilizzano ChatGpt e più l’azienda avrà
bisogno di rendere migliori e più veloci gli algoritmi”. Il Ceo
di OpenAi, Sam Altman, ha affermato che l’azienda potrebbe
raccogliere altri 100 miliardi di dollari in finanziamenti nei
prossimi anni, cavalcando l’interesse per il tema IA,
soprattutto in vista del lancio di una nuova generazione di
ChatGpt. L’attesa è per l’intelligenza artificiale generale
(Agi), un modello talmente avanzato da rendersi indistinguibile
da una controparte umana nelle opportunità di interazione e
padronanza della conversazione. Il diretto concorrente di
OpenAi, Google, sta sviluppando il suo software IA dal nome
Bard, che potrebbe richiedere a Big G una spesa fino a dieci
volte maggiore quella dedicata al funzionamento della ricerca
web attuale. (ANSA).