giovedì, 23 Gennaio 2025
‘Ciao bambino’, una favola nera e ruvida tutta napoletana
Forse non è affatto un caso che lo
spacciatore di ‘Ciao bambino’, crudo e sorprendente esordio alla
regia di Edgardo Pistone, abbia il viso di Pier Paolo Pasolini
tatuato sulla schiena. Miglior opera prima alla Festa di Roma e
Premio Speciale della Giuria al Tallinn Black Nights Festival,
il film – nelle sale da oggi, 23 gennaio, con Filmclub
Distribuzione by Minerva Pictures – ambientato a Troiano,
difficile rione periferico di Napoli, è girato in un contrastato
bianco e nero (alla Alfonso Cuarón di ‘Roma’) e racconta, in
dialetto napoletano con i sottotitoli, una storia ai margini di
amore e criminalità.
Protagonisti due cuori puri gettati nell’inferno della
periferia, ovvero il diciassettenne Attilio (Marco Adamo) ed
Anastasia (Anastasia Kaletchuk), ragazza dell’Est che fa la
prostituta.
Lui ragazzo ingenuo, che non va oltre qualche furtarello, viene
incaricato di proteggere Anastasia. A dargli l’incarico è
Martinelli (Salvatore Pelliccia), ricettatore e magnaccia senza
scrupoli e così il ragazzo si ritrova ogni sera ad aspettare i
clienti della ragazza sua coetanea, ma inevitabilmente molto più
matura.
Cliente dopo cliente si capisce che Attilio soffre del lavoro di
Anastasia, che forse si sta innamorando di lei. Ma per Attilio
non è certo la ragazza il solo problema: il padre (interpretato
da un sorprendente Luciano Pistone, vero padre del regista)
uscito dal carcere continua ad essere un tossico e a giocare
d’azzardo ed è poi perseguitato da Vittorio (Pasquale
Esposito), uno strozzino freddo come un serpente.
Attilio cercherà di mettere mano all’una e all’altra vicenda
mostrando che non è quel ‘bambino’ (del titolo) come lo chiama
provocatoriamente Anastasia, ma la vita alla fine si mostrerà
anche più dura di quanto questo ragazzo potesse immaginare.
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