Ciccozzi, i tamponi ‘fai da te’ hanno solo il 51% di affidabilità

“I test tampone ‘fai da te’ per la diagnosi della positività al virus SarsCoV2 hanno una affidabilità ridotta e non credo sia opportuno pensare di utilizzarli ai fini della certificazione del green pass”. Lo sottolinea all’ANSA Massimo Ciccozzi, direttore dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare del Campus Bio-medico di Roma, in merito alla proposta in tal senso avanzata dal presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga.

 “I test tampone fai da te – spiega Ciccozzi – hanno solo il 50-51% di affidabilità, quindi è come il lancio di una moneta. Ovviamente sono utili in casi di emergenza in cui non si hanno alternative, ma utilizzarli ai fini del green pass per il ritorno al posto di lavoro è inaccettabile”. Quanto alla richiesta di alcuni esponenti politivi si estendere a 72 ore la validità anche del tampone antigenico rapido, “penso che anche 48 ore di validità siano troppe. Dunque, una validità a 72 ore ritengo non abbia validità dal punto di vista epidemiologico e rappresenti, al contrario, un rischio”.

Il tampone infatti, chiarisce l’esperto, “fornisce un dato relativo a qual momento circa la positivita o negatività al virus di un individuo, ma è ovvio che nell’arco delle successive 48 e ancora di più 72 ore ci si possa infettare. A 72 ore, naturalmente, le probabilità di infettarsi sono ancora maggiori. Capisco che si tratti di un problema economico e di costi per i lavoratori non vaccinati che devopno sottoporsi a tali test, ma dal punto di vista epidemiologico l’estensione della durata della validità del test non è opportuna”.

In generale, rileva Ciccozzi, “è fondamentale informare le persone dal punto di vista scientifico, per metterle nelle condizioni di decidere consapevolmente rispetto alla vaccinazione anti-Covid, evideniando come il dato scientifico sia chiaro e ci dice che oltre il 95% degli ospedalizzati per Covid-19 sono soggetti non vaccinati”. Quanto ai milioni di italiani non ancora vaccinati, “questo dato, anche in vista del rientro massiccio nei posti di lavoro, potrebbe determinare un aumento dei casi di Covid, tuttavia – conclude l’esperto – non mi aspetto l’impennata dei casi dello scorso anno. e ciò perchè comunque l’alto tassi di vaccinazione raggiunto nella popolazione ha portato il virus a circolare molto meno e questo fa la differenza”.

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