Cina e India riconoscono all’Onu «l’aggressione russa» in Ucraina

A oltre 400 giorni dall’inizio della invasione russa dell’Ucraina, la Cina e l’India hanno preso posizione sul conflitto lanciato dal presidente russo Vladimir Putin il 24 febbraio del 2022. Cinesi e indiani, che fino a qualche giorno fa si erano sempre dichiarati contrari a condannare Mosca per l’invasione dell’Ucraina, hanno votato lo scorso 26 aprile una risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu relativa ai rapporti tra le Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa in cui si fa esplicito riferimento «all’aggressione della Federazione russa dell’Ucraina». Il voto inizialmente era passato inosservato ma alcuni osservatori attenti ai lavori sono stati abili a individuare il riferimento alla guerra in Ucraina inserito nel nono paragrafo del preambolo che recita quanto segue: «Riconoscendo inoltre che le sfide senza precedenti che l’Europa deve ora affrontare in seguito all’aggressione da parte della Federazione Russa contro l’Ucraina e contro la Georgia in precedenza, e la cessazione dell’appartenenza della Federazione Russa al Consiglio d’Europa, [noi] chiediamo una cooperazione rafforzata tra le Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa».

La risoluzione approvata con 122 voti favorevoli, 5 contrari e 18 astensioni è il primo cambiamento di rotta dei due giganti asiatici nei confronti della guerra scatenata da Vladimir Putin in Ucraina. Tra coloro che hanno votato contro troviamo ovviamente la Russia, la Bielorussia, la Siria, il Nicaragua e la Corea del Nord. E adesso che accadrà? Non molto visti gli importanti rapporti che sia la Cina che l’India hanno con Mosca ed in particolare quelli legati alle forniture commerciali e a quelle militari che passano attraverso triangolazioni con «paesi amici» e il loro fermo rifiuto di allinearsi con le opinioni politiche occidentali. Tuttavia, il voto è comunque un primo segnale che Putin farebbe bene a non trascurare. L’ Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell su Twitter ha scritto: «L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione sulla cooperazione con il Consiglio d’Europa con 122 voti, compresi i principali partner del G20 come Cina, Brasile, India e Indonesia. Accogliamo con favore la risoluzione, che qualifica chiaramente la guerra contro l’Ucraina come aggressione da parte della Federazione Russa».

La Cina, in particolare, ha subito forti pressioni dall’Occidente per censurare apertamente il Cremlino per aver lanciato l’invasione. Un documento in 12 punti pubblicato a febbraio dal ministero degli Esteri cinese e descritto come un «piano di pace» è stato criticato dagli europei per aver offuscato i confini tra l’aggressore, la Russia, e vera la vittima, l’Ucraina. Infatti nel documento cinese non ci sono mai le parole «guerra», «invasione» oppure «aggressione» per descrivere la situazione sul terreno e parla invece di«crisi ucraina». La posizione deliberatamente ambivalente della Cina, che l’Occidente vede come orientata alla Russia, è stata uno dei principali punti di disaccordo durante l’incontro del mese scorso a Pechino tra il presidente cinese Xi Jinping e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. «La Cina, essendo un membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha una grande responsabilità nell’usare la sua influenza in un’amicizia costruita da decenni con la Russia. E contiamo sul fatto che la Cina eserciti davvero anche questa responsabilità e sia molto chiara nei messaggi», aveva detto von der Leyen alla fine del suo viaggio. Successivamente Xi Jinping per la prima da quando la Russia ha lanciato l’invasione ha parlato telefonicamente con il presidente ucraino Volodymr Zelensky.

Intanto la guerra continua e la scorsa notte secondo il servizio stampa presidenziale russo c’è stato un attacco contro il Cremlino per colpire Putin: «La scorsa notte è stato effettuato un tentativo di colpire con due droni ucraini la residenza del presidente russo al Cremlino; l’attacco è stato sventato e Putin risulta illeso». Poi attraverso l’agenzia Ria è stato comunicato che il presidente russo ora è al lavoro fuori Mosca a Novo Ogaryovo. Poi il portavoce della presidenza Dmitri Peskov ha affermato che Putin non era al Cremlino durante l’attacco. Il Cremlino ha definito l’accaduto come «un atto terroristico pianificato e un attentato alla vita del presidente della Federazione, compiuto prima del Giorno della Vittoria, la parata del 9 maggio, alla quale è prevista anche la presenza di ospiti stranieri». A proposito della parata Dmitri Peskov ha fatto sapere che «non ci saranno cambiamenti al programma e le celebrazioni si terranno come previsto». Magari con qualche cautela in più aggiungiamo noi.

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