Coda con il dramma dei femminicidi in sala il 25 novembre

(ANSA) – CAGLIARI, 21 NOV – Giovanni Coda ha scelto una data
simbolica, il 25 novembre, Giornata internazionale contro la
violenza sulle donne, per le tre anteprime nazionali del suo
nuovo film “La sposa nel vento”. “Un excursus che dagli anni ’30
del ‘900 giunge ai giorni nostri, per accendere i riflettori
sulla ferocia del femminicidio e di ogni forma di sopruso e
violenza contro le donne”, spiega il regista cagliaritano in
occasione della presentazione del suo ultimo lavoro prodotto da
Movie Factory con il sostegno della Sardegna Film Commission.
    “Ho scelto non certo a caso questa giornata per la proiezione
venerdì 25 alle 20 al Notorius di Cagliari, in replica il 26 e
27, al Gloria di Sesto San Giovanni e al Notorius di Rovigo. Poi
partirà la distribuzione nei vari festival e da metà gennaio
saremo nelle sale”, racconta Coda annunciando anche il suo
prossimo lavoro: “Un progetto documentaristico sulla migrazione
dei sardi dagli anni ’20 in Australia”.
    Ultimo capitolo della trilogia sulla violenza di genere, “La
sposa nel vento” arriva sul grande schermo dopo i pluripremiati “Il Rosa Nudo”, sulla persecuzione nazista contro gli
omosessuali. e “Bullied To Death”, sul cyberbullismo omofobo.
    Nel cast Serra Yilmaz, amata interprete dei film di Ferzan
Ozpetek, e l’attore romano Lorenzo Balducci, accanto a Giulia
Vacca, Lele Mazzella, Renata Manca e Rachele Montis. Gli abiti
sono di Antonio Marras. Otto episodi per un racconto corale
crudo e lucido, visionario e poetico. Il regista cagliaritano,
che firma anche la sceneggiatura, crea due piani narrativi. “Ho
accostato il materiale documentario a una dimensione simbolica e
onirica – chiarisce Coda – le cronache e le testimonianze delle
vittime unite alle esistenze straordinarie ed esemplari di
alcune artiste che hanno rivoluzionato l’immaginario del secolo
scorso: Tina Modotti, Gerda Taro, Diane Arbus, Alda Merini,
Francesca Woodman, Frida Kahlo”.
    Il regista parte da Orgosolo per rievocare, in lingua sarda,
la vicenda di Antonia Mesina, la giovane uccisa perchè si
opponeva a un tentativo di violenza sessuale, beatificata nel
1987 da Giovanni Paolo II. (ANSA).
   

Leggi su ansa.it