Coe, sentenza della Corte Suprema “un bene per sport femminile”

“Penso che sia un fondamento del buon
senso, ma in secondo luogo, elimina molte incertezze e
interpretazioni giuridiche. La filosofia che ci sta a cuore in
World Athletics è la protezione e la promozione dell’integrità
dello sport femminile. È importante, in uno sport che cerca
costantemente di attrarre più donne, che queste vi si dedichino
con la convinzione che non ci sia un limite biologico”.
    Intervistato dalla Bbc, il presidente di World Athletics,
Sebastian Coe, ha accolto con favore la sentenza della Corte
Suprema del Regno Unito secondo cui la definizione legale di
donna si basa sul sesso biologico, affermando che ciò “andrà a
beneficio dello sport femminile”.
    Le attuali linee guida del Cio consentono alle singole
federazioni di decidere l’approccio migliore per bilanciare “inclusione ed equità”. Dal 2023 l’atletica ha introdotto un
divieto assoluto per le donne transgender di partecipare alle
gare femminili.
    “L’inclusività è un elemento molto importante nel nostro
sport e la riteniamo sacrosanta, e le nostre politiche non
impediscono alle atlete transgender di voler godere della
fisicità dello sport – aggiunge Coe – Stiamo dicendo che, a
livello d’élite, per competere nella categoria femminile,
bisogna essere biologicamente donne”.
   

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