Coldiretti, fattorie sociali promosse da 8 italiani su 10

Dalla terapia con gli asini a
quella con i cavalli, fino alla cura degli animali nelle stalle,
la Fattoria Italia rappresenta la nuova frontiera
dell’agricoltura sociale con la capacità di offrire servizi e
assistenza alle categorie più deboli, a partire dai disabili,
proponendo un modello di welfare agricolo sostenuto da quasi 8
italiani su 10 (77%) che vedono nelle campagne un’opportunità
per l’inclusione di persone in condizioni di svantaggio sociale
o sanitario. Ad affermarlo è un’analisi di Coldiretti su dati
Censis diffusa in occasione della festa di Sant’Antonio Abate,
patrono degli animali, con asini, cavalli, mucche, pecore e
conigli, portati a San Pietro assieme all’Aia, l’Associazione
Italiana Allevatori, per la tradizionale benedizione.
    L’interazione con gli animali è uno degli aspetti più
importanti del welfare rurale, e può portare, sottolinea la
confederazione agricola, a numerosi benefici, sia a livello
fisico che psicologico. Un esempio sono le attività di pet
therapy che aiutano a ridurre lo stress, l’ansia e la
depressione. Mentre l’ippoterapia può migliorare l’equilibrio,
la coordinazione e la forza muscolare. Inoltre, il legame con
questi animali. In Italia sono nate circa 9.000 fattorie sociali
nelle zone rurali, con l’obiettivo di supportare le famiglie in
difficoltà e le categorie più vulnerabili della popolazione,
rafforzando il welfare pubblico, secondo le stime di Campagna
Amica. Questi servizi hanno un valore complessivo superiore al
miliardo di euro, di cui 600 milioni destinati a prodotti
agricoli e 400 milioni a servizi sociali forniti dalle imprese
agricole.
    Nel corso dell’ultimo anno, evidenzia Coldiretti, oltre
50.000 persone hanno beneficiato dei servizi offerti grazie
all’impegno sociale degli agricoltori. Questi servizi
comprendono il supporto a disabili motori e cognitivi, persone
con autismo, detenuti ed ex detenuti, minori in difficoltà o con
problemi di apprendimento, donne vittime di abusi, anziani,
individui con difficoltà relazionali o dipendenze, disoccupati e
migranti.
   

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