Colpo di Stato in Cina e Xi Jinping arrestato. Ma è una fake news

Mentre la guerra in Ucraina prosegue senza sosta nelle ultime 72 ore sui social network, si sono susseguite una serie di notizie secondo le quali vi sarebbe stato un colpo di Stato in Cina con il presidente Xi Jinping che al suo rientro a Pechino dopo la conferenza di Samarcanda (Uzbekistan), dove ha partecipato al vertice della Sco, sarebbe stato arrestato e posto agli arresti domiciliari. Tutto è partito da un account Twitter, New Highland Vision, molto seguito (più di 20 mila follower), che ha diffuso la notizia che l’ex presidente cinese Hu Jintao e l’ex premier cinese Wen Jiabao erano riusciti a convincere l’ex membro del Comitato permanente del Politburo, Song Ping, a prendere il controllo dell’Ufficio della Guardia Centrale di Xi Jinping.

Saputa la notizia, secondo questa ricostruzione, Xi sarebbe tornato a Pechino da Samarcanda e sarebbe stato arrestato all’aeroporto. Poi un sito internet indiano Nepal Correspondence che si descrive come: «Una piattaforma di dialogo tra India e Nepal per incrementare le relazioni e gli scambi commerciali e per lavorare insieme alla pace in Asia» attraverso Twitter ha diffuso la seguente notizia: « Xi Jinping è stato probabilmente rimosso dall’incarico di presidente della Commissione militare all’ombra di un colpo di stato militare. Si dice che Xi abbia subito un colpo di stato militare e le forze speciali si sono radunate all’aeroporto militare di Shenyang agli ordini di Li Qiaoming».

Ma chi è Li Qiaoming? È tra i più alti funzionari dell’Esercito popolare di liberazione cinese (PLA), ha servito come comandante del Northern Theatre Command da settembre 2017 a settembre 2022. Li Qiaoming ha servito in varie posizioni significative nell’esercito cinese, tra cui capo di stato maggiore del 361o reggimento, comandante del 364o reggimento, capo di stato maggiore della 124a divisione, vice capo di stato maggiore del 42o gruppo e comandante della 124a divisione della 42a armata.Nel 2017, Li Qiaoming è stato eletto membro del 19° Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese. Si tratta di un fedelissimo Xi Jinping che a lui deve tutto. La notizia del presunto colpo di Stato a Pechino è stata condivisa da migliaia di utenti (più di 2.000) che ogni volta hanno aggiunto dettagli, ad esempio, che il tutto sarebbe stato organizzato dopo la condanna a morte dell’ex viceministro della pubblica sicurezza cinese Sun Lijun con l’accusa di corruzione. Poi altri account Twitter hanno iniziato a raccontare che erano stati cancellati migliaia di voli ( c’è chi ha parlato di 6.000), sospesi i collegamenti ferroviari e tutti gli autobus nella capitale cinese erano fermi.

C’è chi ha persino postato dei video dove si vedevano colonne di mezzi militari diretti a Pechino, foto di militari in assetto anti-sommossa e altro. Tra coloro che hanno diffuso la notizia del presunto golpe a Pechino si è fatto notare l’83enne politico indiano Subramanian Swamy, che ha twittato ai suoi 10 milioni di follower: «Nuova voce da verificare: Xi Jingping è agli arresti domiciliari a Pechino? Quando Xi è stato recentemente a Samarcanda, i leader del Partito Comunista Cinese avrebbero dovuto rimuovere Xi dalla carica di responsabile dell’esercito del Partito. Poi sono seguiti gli arresti domiciliari. Così si dice». Fin qui la cronaca ma c’è qualcosa di vero in tutto quanto scritto? Assolutamente nulla. L’unica cosa vera e sensata che è stata scritta da tutti questi account è che Pechino è la capitale della Cina mentre il resto sono tutte bugie. In realtà a Pechino tutto è come sempre e il fatto che Xi Jingping non parli o non si faccia vedere è assolutamente normale visto che si tratta di un leader globale che sceglie da sempre e con accuratezza i momenti nei quali farsi vedere e sentire.

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