Con digitalizzazione 1,5 milioni di posti a rischio

Per il mondo del lavoro con il Covid è finita un’epoca. Alcune trasformazioni sono irreversibili: per il commercio online e il lavoro a distanza non si tornerà indietro, mentre la digitalizzazione delle imprese mette a rischio 1,5 milioni di occupati, posti in cassa integrazione durante i lockdown. Sono alcuni dati del XXV Rapporto sull’economia globale e l’Italia del Centro Einaudi e di Intesa Sanpaolo.

C’è un dato che colpisce perchè dà il senso del cambiamento sociale determinato dal lavoro a distanza: nel 2020 le vendite di vestiti grigi – gli abiti formali da uomo, simbolo del lavoro impiegatizio e manageriale nel secolo scorso – sono più che dimezzate rispetto al 2011. Si affermano nuovi stili improntati alla funzionalità e alla maggiore informalità consentita dal lavoro distanziato e interconnesso. In uno scenario di fragilità e incertezza, difficile – spiega Mario Deaglio, curatore del rapporto – fare previsioni. Una cosa, però, è chiara. La ripresa, nonostante i 191,5 miliardi del Recovery Plan europeo, non sarà semplice. Il Recovery Plan sottoporrà l’Italia a uno sforzo titanico per fare le cose nei tempi previsti. Ma non basta: anche se non sono ancora chiari gli indicatori con i quali la Commissione valuterà l’Italia e decidere se meriteremo le tranches successive di finanziamento, è certo che il successo verrà misurato non solo dalla capacità di spendere, ma anche da quella di rimuovere, con riforme adeguate, i vincoli attuali alla crescita. Secondo il Centro Einaudi, le riforme principali sono tre: burocrazia, giustizia (civile) e riforma tributaria. Per ripartire l’Italia ha bisogno di investimenti “buoni”, in infrastrutture, in ricerca e innovazione, in formazione del capitale umano. (ANSA).
   

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