Coogler, torna Black Panther, onoriamo Boseman

 Dopo la prematura scomparsa di Chadwick Boseman, il carismatico interprete di re T’Challa/Black Panther nel film del 2018 vincitore di tre Oscar, scomparso a soli 43 anni, nel 2020, per un tumore al colon, Ryan Coogler e il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige si sono confrontati sulla possibilità di andare avanti o no con la storia del monarca supereroe. “Chad è stato il nostro partner artistico in tutto questo progetto, in questo franchise e in questa narrazione. Avevamo passato molto tempo, io e lui, parlando di dove portare il personaggio e la trama. il Ci siamo così resi conto che la cosa giusta da fare era continuare la storia”. Lo dice Ryan Coogler, regia del primo film (che ha incassato nel mondo oltre un miliardo e 345 milioni di dollari) e del sequel Black Panther: Wakanda forever, in arrivo in sala il 9 novembre con The Walt Disney Company Italia. Una nuova avventura che ha come principale campo di scontro il misterioso e potente regno africano di Wakanda.
    Un ritorno molto atteso nell’universo Marvel, lanciato anche dalla notizia a sorpresa di Lift me up’ una nuova coinvolgente ballad di Rihanna (già si pensa a una possibile nomination all’Oscar), assente dalle scene musicali da sei anni nella colonna sonora del film. “Dopo lo shock della scomparsa di Chadwick ci siamo chiesti cosa fare- spiega Feige nella conferenza stampa internazionale in streaming con il cast e il regista -. Sentivamo di dover rispettare questo mondo e far sì che continuasse ad esistere. Ryan ha messo tutto se stesso nel progetto. Aveva lavorato per un anno a una sceneggiatura che prevedeva la presenza di T’Challa e quando Chad ci ha lasciato, abbiamo trasformato Black panther in una celebrazione sua e di Wakanda”. Il ritrovarsi sul set per il cast, che comprende fra ritorni e new entry, Letitia Wright, Angela Bassett, Lupita Nyong’o, Danai Gurira, Michaela Coel, Martin Freeman, Tenoch Huerta Mejía, Alex Livinalli, Mabel Cadena e Dominique Thorn, è stato molto emozionante: Erano passati 4 anni dal primo film e ritrovarsi è stato bellissimo – spiega Coogler -.Venivamo tutti con la pandemia dall’aver vissuto un un profondo senso di solitudine. E’ stato fantastico poterci riabbracciare nuovo.
    Anche perché stavamo sentendo tutti (per la scomparsa di Chad) un senso di perdita e lutto ma sapevamo che potevamo affrontarlo insieme. In più c’era l’energia di accogliere i nuovi membri del cast”.
    Nella storia, la regina Ramonda (Bassett), ancora sconvolta, come tutta la famiglia e il regno dalla repentina scomparsa di T’Challa (le scene emozionanti del funerali sono già state anticipate dal trailer), si ritrova a dover guidare Wakanda, cercando di difenderlo dalle mire del resto del mondo e al tempo stesso, supportando la brillante figlia Shuri (Wright), sorella minore del re, nel percorso di elaborazione del lutto, per portarla verso le nuove responsabilità che deve assumersi. La comparsa di un nuovo temibile pericolo globale, incarnato da Namor (uno dei personaggi ‘storici’ dei fumetti Marvel, comparso per la prima volta nel 1939 e poi tornato in varie versioni e storie) qui volto del dio serpente Kukulkan (Tenoch Huerta Mejía), re di un regno sommerso legato alla civiltà Maya, porta Shuri e la sua corte di donne guerriere, dove torna anche Nakia (Nyong’o), vedova di Tchalla a dover superare le crisi personali per il bene comune.
    “Shuri era un raggio di sole nel primo film – spiega Letitia Wright – la vediamo sviluppare le sue passioni, protetta e amata da tutta la sua famiglia e in particolare da un fratello molto fiero di lei. Con Ryan ci siamo chiesti come far crescere il suo personaggio. E abbiamo capito di dover ripartire dal raccontare cosa succede quando il suo cuore si spezza, abbiamo cercato di creare per lei un percorso che fosse il più veritiero possibile.
    Speriamo risuoni nel pubblico e che possa risultare catartico”.
    Leggendo la sceneggiatura “ho inviato Letitia perché Shuri viveva un percorso più caotico e brusco. Nakia invece è più avanti nel superare quel dolore. Ryan nel primo film me l’ha descritta come l’oasi di T’Challa e leggendo lo script, ho sentito di dover restituire lo stesso spirito. Interpretarla è stato terapeutico anche per me. Mi ha aiutato ad affrontare il mio dolore per aver perso Chadwick, ho imparato da lei”. (ANSA).
   

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