Corte dei conti, mantenere alto il livello di spesa per la sanità pubblica

 La Corte dei conti “ha già sottolineato come il livello di spesa sanitaria in Italia sia più contenuto degli altri paesi Ue. Ciò spinge a riguardare la spesa sanitaria e va considerato anche che la spesa sanitaria privata sta crescendo in modo consistente, con una forte differenza della capacità di spesa tra fasce più e meno agiate della popolazione. C’è dunque bisogno di mantenere un livello di spesa pubblica elevato”. Lo ha affermato l’esponente della Corte dei Conti Enrico Flaccadoro in audizione alla Commissione Affari sociali in merito alla pdl ‘Disposizioni concernenti finanziamento, organizzazione e il funzionamento del Ssn”.  La proposta di legge, ha sottolineato, “è molto ampia”. Flaccadoro ha esaminato i vari punti della pdl concentrandosi sulla questione delle coperture economiche e ricordando che il testo di legge all’articolo 1 indica di portare all’8% la spesa rispetto al Pil per rispondere al finanziamento della spesa sanitaria. Rispetto quindi alla previsione del testo di legge di usare l’indice di deprivazione per la redistribuzione delle risorse tra le Regioni, “ciò è coerente anche con il quadro internazionale. Tuttavia – ha sottolineato Flaccadoro – l’indice di deprivazione si presenta variabile negli anni e questo potrebbe comportare una difficoltà di programmazione da parte delle regioni ma questa – ha concluso – è una questione che può essere affrontata”. 

    “La condizione di sottofinanziamento del Ssn è largamente condivisibile: la quota del 7% del Pil nel 2021per la sanità è più bassa sia della media dei paesi Ue ed anche la spesa pro capote in sanita in Italia è più bassa sia della media Ue sia dei paesi Ocse”, ma nonostante questo il Ssn “sembra comunque mostrare ancora una certa resilienza”. Lo ha sottolineato Giampaolo Arachi, componente del Consiglio dell’Ufficio parlamentare di bilancio della Camera, in audizione alla Commissione Affari sociali nell’ambito dell’esame della proposta di legge su ‘Disposizioni concernenti il finanziamento, l’organizzazione e il funzionamento del Servizio sanitario nazionale’.
“Il significativo disinvestimento nella sanita pubblica – ha rilevato Arachi – aveva sottoposto il Ssn a forti tensioni già prima della pandemia. Queste tensioni si sono aggravate con le crisi sanitarie e ora sono di nuovo diffuse le preoccupazioni su personale e liste d’attesa, anche se con il Pnrr si sta cercando di ridimensionare il divario tra le regioni”. Nonostante ciò, ha evidenziato l’esperto, “il Ssn sembra comunque mostrare ancora una certa resilienza e l’Italia presenta una situazione che appare ancora sufficientemente positiva: ad esempio, l’Italia è il terzo paese Ue con la speranza di vita più elevata sopra i 65 anni, e più bassi tassi di mortalità”. Tuttavia, ha rimarcato, “ci sono forti differenze territoriali” ed “appare difficile che si possa mantenere nel tempo tale resilienza se non si affrontano le criticità. La pdl prevede varie misure in tal senso”.

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