mercoledì, 2 Aprile 2025
Cresce progetto Mnesys, 800 scienziati contro malattie cervello

Identificare nuovi bersagli
terapeutici per le malattie neurologiche, sviluppare algoritmi
predittivi per la risposta ai farmaci e il decorso delle
patologie, e creare modelli digitali del cervello per testare
ipotesi e terapie. Sono questi alcuni degli obiettivi di Mnesys,
il più grande progetto europeo dedicato allo studio del cervello
umano, che coinvolge in Italia oltre 800 ricercatori e 25
partner tra università, istituti di ricerca e aziende private.
Il programma, inserito nel Pnrr e guidato dall’Università di
Genova, si propone di indagare il funzionamento del sistema
nervoso per affrontare patologie neurologiche e
neurodegenerative come Alzheimer, Parkinson, depressione e
disturbi del movimento. Se ne parlerà in occasione dell’evento
ANSA Incontra che sarà trasmesso martedì 1 aprile alle ore 12 su
ANSA.it. Ospiti il presidente di Mnesys, ingegner Enrico
Castanini; Antonio Uccelli, Direttore scientifico del Progetto
MNESYS, ordinario di Neurologia all’Università di Genova; Elena
Borra, professoressa associata di fisiologia presso l’Università
di Parma; Alessandro Bertolino, Ordinario di Psichiatria
all’Università di Bari; Elisabetta Colombo, ricercatrice di
Neuroscienze presso l’Istituto Italiano di Tecnologia; Elvira De
Leonibus, responsabile del laboratorio di Neuropsicofarmacologia
presso l’Istituto di Biochimica e Biologia Cellulare (IBBC) del
CNR di Roma.
“Questo progetto copre qualunque aspetto che abbia a che fare
con il cervello, dal suo sviluppo nei neonati prematuri, fino
alla cura e miglioramento dei sintomi delle malattie di
Alzheimer e Parkinson, fino a aspetti più tecnologici del tipo
il digital twin, che è la creazione dei modelli virtuali del
cervello, basandosi su tecniche di super calcolo, in maniera
tale come dire da potere simulare, anticipare e prevenire anche
tutta una serie di malattie”, spiega Antonio Uccelli, direttore
scientifico di Mnesys e ordinario di neurologia all’Università
di Genova.
Con un finanziamento di 115 milioni di euro, il progetto si
avvale anche della collaborazione dell’Istituto Italiano di
Tecnologia e il Cnr, per un approccio multidisciplinare che
integra neuroscienze, neurofarmacologia e tecnologie avanzate e
si distingue per la sua rete capillare, che coinvolge 90
istituzioni di ricerca in tutta Italia, con un focus su giovani
scienziati e pari opportunità di genere. Adottando un approccio
multidisciplinare, lo studio utilizza tecniche avanzate come
risonanza magnetica e Pet per studiare i neuroni e i meccanismi
delle patologie neurodegenerative, ischemiche e psichiatriche,
esplorando anche l’intelligenza artificiale per migliorare la
connettività cerebrale e sviluppare modelli terapeutici
personalizzati. Un altro fronte innovativo riguarda l’uso di
nanomateriali in grado di ripristinare le connessioni neurali,
con potenziali applicazioni per malattie come Parkinson e
Alzheimer. La medicina di genere è infine un ulteriore ambito di
studio (fra i molti in sviluppo) con l’obiettivo di sviluppare
trattamenti specifici per uomini e donne, data la diversa
risposta ai farmaci. Con il continuo ampliamento del
partenariato, il consorzio si candida a diventare un punto di
riferimento a livello globale nella ricerca sul cervello umano.
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