giovedì, 14 Novembre 2024
Crescono le donazioni in criptovalute in Ucraina e il paese le regolarizza
Da quando il 26 febbraio con un tweet sul suo profilo social, il giovane ed intraprendente ministro dell’innovazione tecnologica ucraina Mykhail Fedorov, ha affermato che il paese avrebbe accettato anche donazioni in cripto, la risposta è stata talmente importante da far arrivare nelle casse del governo ucraino oltre 120 milioni di dollari in criptovalute in sole due settimane. Questo ha convinto il governo iucraino ad approvare in tutta fretta, lo scorso 16 marzo, una legge che rende legale la libera circolazione e il possesso delle criptovalute nel paese, sconvolto dalla guerra. Inoltre le banche tradizionali potranno aprire conti in criptovalute per tutti i clienti che lo richiederanno. “Il nostro governo ha lavorato sodo per liberalizzare l’economia e rimuovere tutti gli ostacoli, i blocchi stradali e le strozzature nella nostra economia. Stiamo semplificando le norme fiscali. Stiamo aprendo le nostre dogane e, accidenti, stiamo anche cercando di sviluppare il nostro paese economicamente nonostante la guerra” ha affermato il ministro della innovazione tecnologica Fedorov, commentando la decisione del governo di regolarizzare le criptovalute nel paese. Lo stesso presidente Zelensky a dicembre aveva rimandato al parlamento una legge simile in materia affinché fosse rivista in alcuni suoi punti. Lo scoppio della guerra e l’incredibile successo delle donazioni in criptovalute hanno imposto una improvvisa accelerazione sul progetto di legge, che è stato approvato in pochi giorni.
Questo vuol dire che nel paese sarà possibile possedere e spendere liberamente Bitcoin ed Ethereum o altre criptovalute per fare acquisti, primo caso in Europa ed uno dei primi al mondo. D’altra parte secondo il Crypto index adoption della società Chainalysis il paese sarebbe al primo posto in Europa e al quarto in Europa in quanto appunto ad adozione delle principali valute digitali. Una settimana fa via Twitter Fedorov, che sembra combattere una sua battaglia personale per cercare di isolare la Russia dal punto di vista tecnologico, ha anche lanciato un appello a tutti gli exchange di criptovalute affinché si produssero per bloccare gli utenti di nazionalita russa proprio per evitare che essi possano utilizzare le criptovalute per tentare di aggirare in qualche modo le sanzioni.
Il suo appello fino ad ora sembra essere caduto nel vuoto, anche se Coinbase nei giorni scorsi ha bloccato circa 25000 account di utenti russi. Nello stesso tempo il vice presidente ucraino sempre via twitter ha anche ringraziato quanti tra gli operatori di criptovalute stanno aiutando il suo paese attraverso le donazioni, come per esempio Uniswap, il celebre exchange diventato in pochi mesi un unicorno della finanza decentralizzata. Onlyfans, società che offre video di intrattenimento online, ha annunciato nei giorni scorsi di aver donato 500 ETH (circa 1,3 milioni di dollari di controvalore) alla DAO, (organizzazione autonoma decentralizzata), che raccoglie fondi per sostenere l’Ucraina in guerra. Fonti della società hanno annunciato che questo è solo il primo sostegno di un programma a lungo termine di aiuti alla popolazione e al governo ucraino. Nei giorni scorsi il ministero ha aperto un sito apposta per la gestione delle tante donazioni che stanno arrivando sotto forma di valute digitali e che sono gestite in gran parte da Kuno, il più grande exchange di criptovalute del paese. Il ceo e fondatore della società Michael Chobanian sul suo profilo twitter ha postato nei giorni alcune delle circa 250.000 donazioni ricevute fino ad ora in cripotvalute. I soldi così raccolti, come hanno spiegato fonti del ministero sono serviti per acquistare soprattutto derrate alimentari, medicinali ed attrezzature belliche per la difesa del territorio. A proposito delle donazioni in criptovalute all’Ucraina, da segnalare l’intervento del cofondatore di Ethereum Joseph Lubin che ha detto che il sostegno ricevuto dalla Ucraina grazie alle criptovalute “rappresenta l’attraversamento del fosso verso l’utilizzo tradizionale.Ora ci occupiamo di questioni di sicurezza nazionale. Sarà così profondo, un punto di non ritorno per il nostro settore, perché è chiaro che la nostra tecnologia è molto potente e inarrestabile. Le criptovalute verranno utilizzate da molti Stati nazionali diversi, indipendentemente da ciò che dicono o fanno gli altri Stati nazionali, e questo vuol dire che ogni Stato nazionale deve creare politiche, acquisire esperienza e iniziare a utilizzare questi strumenti.”