domenica, 2 Febbraio 2025
Cumberbatch, al Sundance padre in lutto da horror
Un film “che penso possa risuonare
per alcuni aspetti in molte persone che hanno vissuto una
perdita”. Così Benedict Cumberbatch ha descritto al Sundance
Film Festival The thing with the feathers di Dylan Southern il
dramma psicologico con accenti di horror tratto dal romanzo con
elementi autobiografici di Max Porter, uscito nel 2015, Il
dolore è una cosa con le piume (edito in Italia da Guanda),
diventato qualche anno dopo anche un monologo teatrale adattato
da Enda Walsh con protagonista Cillian Murphy. “Penso che chiunque abbia vissuto un lutto, anche se non è
padre o marito, possa capire quel tipo di emozioni ad ampio
spettro, quel dolore bruciante e la sua peculiarità – spiega
Cumberbatch che per la prima volta accompagna al Sundance un suo
film -. Senti un senso di dissociazione, qualcosa che cogli intorno a te ti sembra all’improvviso surreale e inquietante
quando vivi quell’assenza. Noi qui esploriamo tutto questo in
forma cinematografica utilizzando anche elementi horror e di
mistero”.
Nella storia, l’attore interpreta uno scrittore e
disegnatore (dei personaggi non vengono indicati i nomi),
autore di graphic novel, e padre di due figli ancora bambini,
devastato dalla morte improvvisa della moglie. L’uomo fatica a
tenere insieme i pezzi della sua vita e a svolgere appieno il
suo ruolo di padre. Un percorso che diventa molto più difficile quando si materializza nella sua casa un’oscura e molto molesta
presenza che proviene direttamente della sue storie, un grande
Corvo (la voce è di David Thewlis), che inizia a tormentare il
protagonista dando corpo a tutte le sue paure, difficoltà
inadeguatezze e sensi di colpa.
“Ho letto il libro quasi 10 anni fa ormai – spiega Southern
(già al festival nel 2012 con Shut Up and Play the Hits e Meet
Me in the Bathroom nel 2022)-. E quando ho finito l’ultima
pagina, ho pensato, che fosse una delle opera letterarie più
incredibili che avessi mai letto (Porter ha mescolato molte
forme narrative, dalla poesia a una polifonia di voci d’impianto
teatrale, ndr). Ha sbloccato molte cose che ovviamente mi
portavo dietro. Affrontava il lutto in un modo davvero insolito,
senza toni melodrammatici. Non era sentimentale, ma era comunque
profondamente commovente. E ho pensato che sarebbe stato
incredibile poter realizzare un film che catturasse tutti i temi
che Max tocca”.
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