martedì, 26 Novembre 2024
Da Gauff a Sabalenka ‘a Riad in campo per le donne’
Hanno posato in abito da sera e ora
sono pronte a scendere in campo, sicure che la scelta di portare
il grande tennis femminile in Arabia possa essere uno stimolo e
un segnale per il cambiamento. Da Coco Gauff ad Aryna Sabalenka,
le regine della racchetta presenti a Riad dove cominciano oggi
le Wta Finals, hanno accolto la pur discussa scelta in modo
positivo. “Mentirei se dicessi che non avevo riserve nel venire
qui – ha detto l’americana Gauff, in prima linea nelle
rivendicazioni di movimenti come Black Lives Matter -. Ero
presente ad ogni possibile call con la WTA. Una delle cose che
ho detto è stata: se veniamo qui, non possiamo semplicemente
arrivare, giocare e andarcene. Dobbiamo avere un programma
concreto, un piano”.
La decisione di organizzare il torneo in Arabia aveva
sollevato non poche polemiche, perché in molti ritengono che
questi investimenti nello sport siano un modo per ripulire a
livello internazionale l’immagine dell’Arabia, soprattutto su
diritti umani e sulla condizione delle donne. Le due ex regine
del tennis, Chris Evert e Martina Navratilova, avevano criticato
duramente quella che allora era solo una proposta, ovvero di
portare le finali Wta in Arabia, affermando che si trattava di
un passo indietro per il tennis e le donne in generale, date le
politiche del paese nei confronti delle donne.
Gauff, che per la foto ufficiale ha scelto un abito disegnato
dallo stilista locale Yousef Akbar ha spiegato di aver parlato
più volte con la principessa Ameera al-Taweel che ha più volte
parlato in favore dell’emancipazione femminile nel suo Paese.
“Le ho chiesto come avremmo potuto aiutare per quanto riguarda
le questioni dei diritti delle donne e della comunità LGBTQ+.
Sono consapevole che non possiamo venire qui e cambiare tutto”
ha sottolineato la tennista americana. Gauff ha anche rivelato
che suo padre “era decisamente preoccupato perché venivo a
giocare qui”: ma la presenza a Riad ha diversi obiettivi, anche
fuori dal campo. “Voglio vedere se ci sarà un cambiamento. Se
dovessi vedere che non succede niente, o se non dovessi sentirmi
a mio agio, magari non tornerei”.
“Avevo già giocato qui un’esibizione con Ons Jabeur – ha
detto Aryna Sabalenka -. Penso sia importante portare il tennis
in tutto il mondo e ispirare le nuove generazioni. Qui hanno
fatto un grande sforzo per lo sport femminile, sono felice di
far parte in un certo senso della storia”.
Jasmine Paolini e Elena Rybakina hanno sottolineato il valore
dell’esempio: “Penso che sia buono per la nazione ospitare una
competizione con le migliori tenniste del mondo. Siamo donne che
lavorano. Siamo indipendenti. E’ positivo per promuovere questo
tipo di competizione in questa nazione. Può essere molto
positivo per i diritti delle donne qui”.
“Dovunque vada, gioco solo a tennis: per me è solo un torneo.
Credo comunque che lo sport è un bel modo per mostrare il potere
delle donne, per mostrare l’energia, lo spirito combattivo” le
parole della cinese Zheng Qinwen. E proprio la Cina, però, nel
2021 era stata boicottata dalla Wta per il caso della tennista
Peng Shuai, scomparsa dopo aver denunciato molestie sessuali da
parte di un dirigente.
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