Da Giordano a Veronesi: “Niente Buchmesse”. Saviano: “Il governo prova a censurarmi, non ci sono riusciti”

Da Paolo Giordano a Sandro Veronesi a Francesco Piccolo, raffica di rinunce tra scrittori e intellettuali alla Fiera del libro di Francoforte dopo l’esclusione di Roberto Saviano, che oggi su Instagram scrive: “‘Il più ignorante governo della Storia d’Italia. Fiero di non essere nella lista Mazza”. La segretaria del Pd Elly Schlein parla di “clima non accettabile” tra gli intellettuali.

L’Associazione Italiana Editori “ricorda, come spiegato ieri dal presidente Innocenzo Cipolletta, che la scelta degli autori ospiti a Francoforte è frutto di una procedura, fatta di un proficuo dialogo e confronto con i singoli editori e agenti letterari italiani, a partire proprio dalle loro proposte. Tra le proposte sulla base delle quali si è costruito il programma mancano ovviamente molti autori tra i quali, almeno fino ad oggi, Roberto Saviano”. “L’Aie non avrebbe mai permesso e non permetterà mai ingerenze esterne rispetto alla volontà degli editori” viene sottolineato in una nota.

“Il governo prova di nuovo a censurarmi e in occasione della 76esima edizione della Buchmesse di Francoforte, la Fiera del libro tra le più importanti al mondo, dove l’Italia quest’anno è ospite d’onore, nel lungo elenco di scrittori portati a Francoforte e scelti da Mauro Mazza, non figura il mio nome”, scrive Roberto Saviano su Instagram. “In risposta il direttore della Fiera Jürgen Boos mi ha invitato a esserci, così come l’Associazione degli Editori tedeschi, l’Associazione dei librai, nonché la tv di Stato Zdf. Insomma, ci hanno provato ancora a censurarmi ma non ci sono riusciti” spiega lo scrittore.

Ecco le reazioni e le prese di posizione degli intellettuali. ”La prima cosa che ho fatto dopo aver ricevuto l’invito alla Buchmesse 2024 è stata chiedere a Roberto Saviano se fosse stato invitato: no. Quindi mi sono fabbricato un impegno alternativo anch’io (c’ho judo)”. Così scrive lo scrittore Paolo Giordano su X. ”Purtroppo – aggiunge – Roberto è diventato una cartina al tornasole di certi criteri politici di inclusione ed esclusione inaccettabili nella cultura, essere ospiti alla Buchmesse è un appuntamento importante per gli scrittori e le scrittrici, non esserci o rinunciare ha un costo”. “Non è solo una questione politica ma di banale opportunità, credo che Roberto sia l’unico di noi ad aver parlato all’Accademia di Svezia, come si può solo pensare di non invitarlo in una delegazione italiana? Quanta miopia anche solo strategica?” scrive ancora rispondendo ad alcune domande su X. Per Paolo Giordano, ”se l’affaire Antonio Scurati fosse accaduto prima degli inviti sarebbe successo lo stesso anche a lui. Io credo che tutto questo abbia ragiunto un livello di esplicitezza inaccettabile. Peccato, la Buchmesse era una grande occasione per tutti e tutte noi e per il paese”.

Sandro Veronesi rinuncia a far parte della delegazione italiana alla prossima Buchmesse di Francoforte, dove l’Italia sarà ospite d’onore per l’esclusione di Roberto Saviano. “Le ragioni balorde e ridicole con cui il Commissario Mazza ha giustificato l’esclusione di Roberto Saviano – dice – non mi permettono di accettare l’invito che ho ricevuto. Continua questa pratica di ingerenza del Presidente del Consiglio e dei suoi più fidati collaboratori, accompagnata da “putiniana ipocrisia”, su decisioni che non devono seguire logiche politiche. Se si renderà necessario per il mio lavoro andrò a Francoforte privatamente”.

“Devo dire che mi mette a disagio dire un no almeno quanto mi mette a disagio andare a Francoforte dopo questa scelta di esclusione di Roberto Saviano. Non mi piace prendere posizioni pubbliche, ancorché virtuose, me ne vergogno. Ma qui non c’è in ballo la politica, bensì la letteratura”, dice Francesco Piccolo, Premio Strega 2014, in una lettera al direttore de La Repubblica in cui spiega perché non andrà alla Buchmesse. “Ritengo semplicemente che l’Italia non possa non essere rappresentata anche dall’autore di Gomorra, un libro tradotto in tutto il mondo (e a seguire tutti i suoi altri). Non mi sento legittimato a rappresentare un gruppo di lavoro se manca qualcuno che evidentemente doveva esserci” spiega Piccolo che inizialmente aveva accettato di essere parte della delegazione, “perché ritengo insensato che le circostanze politiche del presente condizionino una così prestigiosa vetrina culturale: l’Italia è paese ospite alla Fiera di Francoforte non per circostanze presenti, ma per una storia che prescinde da queste”. “E in più, ritengo fino a prova contraria che accettare il verdetto di elezioni democratiche e i governi che ne conseguono sia una delle leggi fondamentali della Costituzione: anche, e soprattutto, quando al governo ci va chi non senti ti rappresenta. È su questo punto di partenza che costruisco anche il mio pensiero pubblico, la mia funzione intellettuale” sottolinea lo scrittore Premio Strega. “Ma i patti – dice – devono essere reciproci”.

“Il governo italiano che non invita Roberto Saviano alla Buchmesse di Francoforte, sconfessato subito dopo dalla Buchmesse medesima, che ospiterà ugualmente Roberto Saviano a Francoforte, a opera dei suoi editori tedeschi, non è il primo e non sarà l’ultimo degli scivoloni (usiamo eufemismi per non dirla papale) che ci attendono da qui a ottobre. Anche l’Aie non mi sembra ne esca bene”, dice su Facebook lo scrittore Premio Strega Nicola Lagioia.

“Tutta la nostra solidarietà a Roberto Saviano”, ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein. “C’è un clima che non è accettabile verso gli intellettuali e gli scrittori in questo Paese – ha sottolineato – l’abbiamo visto anche in episodi precedenti, addirittura con censure di monologhi”.

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