lunedì, 3 Febbraio 2025
Da Lgbt a trans,via le parole scomode dagli studi Cdc
Dopo il blocco a tutte le pubblicazioni interne imposto all’indomani dell’insediamento del presidente Trump, arriva un ulteriore freno all’attività dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani. Nei giorni scorsi agli scienziati in forze all’agenzia è stato chiesto di rimuovere il proprio nome o ritirare completamente gli studi in corso di pubblicazione sulle riviste scientifiche in cui siano presenti una serie di parole che richiamano ‘l’ideologia di genere’.
Secondo quando riporta la stampa americana, nell’email inviata ai ricercatori da Sam Posner, chief science officer ai Cdc, è contenuto l’elenco delle parole proibite: si va da ‘genere’ a ‘transgender’, da ‘persona incinta’ a ‘Lgbt’, da ‘transessuale’ a ‘non binario’, da ‘maschio (o femmina) assegnato alla nascita’ a ‘biologicamente maschio (o femmina)’.
La richiesta è la conseguenza dell’ordine esecutivo con cui il presidente Trump ha dichiarato guerra a quella che definisce ‘ideologia di genere’ allo scopo di “ripristinare la verità biologica nel governo federale”. Nel testo del provvedimento si annunciava che le agenzie federali avrebbero rimosso tutte “le dichiarazioni, le politiche, i regolamenti, i moduli, le comunicazioni o altri messaggi interni ed esterni che promuovono o inculcano l’ideologia di genere”.
È quello che sta avvenendo. Oltre che per gli studi scientifici in corso di pubblicazione, cresce anche la preoccupazione per le informazioni che nei giorni scorsi sono state rimosse o rese inaccessibili dai portali dei Cdc. Venerdì l’Association of Health Care Journalists, l’associazione americana dei giornalisti che si occupano di salute, ha scritto una lettera in cui protesta per “la rimozione di dati di salute pubblica vitali dal sito dei Cdc”. Si tratta di una quantità di dati sterminata che va dagli stili di vita alle malattie infettive e che costituisce la base per il lavoro di scienziati, giornalisti e operatori di sanità pubblica.
Per questo un gruppo di consulenti dei Cdc ha inviato una lettera aperta alla direttrice Susan Monares in cui chiede spiegazioni sul perché “senza avvisi, spiegazioni o giustificazioni” i principali dataset siano diventati inaccessibili. I dati spariti dal sito “includono fonti di informazioni critiche su malattia, popolazioni e fattori di rischio”, sottolineano gli esperti, che chiedono alla direttrice una risposta entro il prossimo 7 febbraio.
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