domenica, 24 Novembre 2024
Dall’Oms il piano contro l’epidemia di mpox, servono 135 milioni
Prevenzione attraverso i vaccini,
controllo della trasmissione grazie alla sensibilizzazione delle
comunità, risposta alla malattia in base a precise linee guida.
Sono i pilastri del piano strategico globale lanciato
dall’Organizzazione mondiale della sanità per fermare le
epidemie di mpox, il cosiddetto vaiolo delle scimmie, attraverso
sforzi coordinati a livello globale, regionale e nazionale. Il
piano fa seguito alla dichiarazione di emergenza sanitaria internazionale dichiarata dall’Oms lo scorso 14 agosto.
Il piano di preparazione e risposta, si legge sul portale
dell’organizzazione, “è soggetto ai contributi degli Stati
membri e copre il periodo di sei mesi da settembre 2024 a
febbraio 2025, prevedendo un fabbisogno di finanziamenti di 135
milioni di dollari per la risposta da parte dell’Oms, degli
Stati membri, dei partner tra cui i Centri africani per il
controllo e la prevenzione delle malattie, delle comunità e dei
ricercatori”. A breve verrà lanciato un appello per trovare i
finanziamenti necessari a realizzarlo.
Il documento si concentra sull’implementazione di strategie di sorveglianza, prevenzione, prontezza e risposta in base alle
linee guida; sulla promozione della ricerca e dell’accesso equo
a contromisure mediche come test diagnostici e vaccini; sulla
riduzione al minimo della trasmissione da animale a uomo e sulla
responsabilizzazione delle comunità affinché partecipino
attivamente. Gli sforzi di vaccinazione si concentreranno sugli
individui a più alto rischio, compresi i contatti stretti di
casi recenti e gli operatori sanitari, per interrompere le
catene di trasmissione.
“Le epidemie di mpox nella Repubblica Democratica del Congo e
nei paesi limitrofi possono essere controllate e fermate”, ha
affermato Tedros Adhanom, direttore generale dell’Oms. “Per
farlo – aggiunge – è necessario un piano d’azione completo e
coordinato tra agenzie internazionali e partner nazionali e
locali, società civile, ricercatori e produttori e i nostri
Stati membri”.
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