Dear Evan Hansen, musical cult debutta a Toronto

(di Francesca Pierleoni) (ANSA) – ROMA, 10 SET – La versione cinematografica di un
musical che ha debuttato in palcoscenico nel 2015, vincitore di
6 Tony Awards e già diventato cult, Dear Evan Hansen, scritto da
Benj Pasek e Justin Paul con libretto di Steven Levenson,
diretto per il grande schermo Steven Chbosky, ha aperto la 46/a
edizione del Toronto International Film Festival (9/18
settembre) . Il film, costruito su un cast che comprende l’interprete del
protagonista anche a teatro, Ben Platt, insieme fra gli altri a
Julianne Moore, Amy Adams, Danny Pino e Amandla Stenberg, porta
a un pubblico più ampio la storia di Evan (Platt), liceale
affetto da fobia sociale che seguendo il consiglio del suo
terapeuta si scrive lettere nelle quali enumera le cose belle
della vita, per aprirsi più agli altri. E’ però un fatto
tragico, il suicidio di un suo compagno di scuola, Connor
(Colton Ryan anche lui già interprete del ruolo a teatro), a
cambiare la sua vita. Evan infatti inizia a mentire fingendo di
essere stato grande amico del giovane suicida per correggere
l’opinione negativa che molti avevano su Connor. Un impegno che
lo rende molto popolare ma il suo castello di bugie rischia
costantemente di crollare. “Ho visto il musical tre anni fa e ne sono diventato
immediatamente fan – spiega il regista nell’incontro in
streaming insieme al cast con il direttore del Festival Cameron
Bailey – Da genitore di due figli, mi immedesimo tanto nei
ragazzi quanto nei genitori della storia”. Per Ben Platt, che
anche da 27enne, secondo i critici, interpreta in modo credibile
un liceale, “era essenziale mantenere nel film la stessa
intensità emotiva del musical, soprattutto nel ritrarre l’ansia
di Evan, la sua battaglia interiore e fisica”. Ad aiutarlo “oltre alla splendida regia di Steven sono state le performance
degli altri interpreti, tutte incredibilmente realistiche”. Per
Julianne Moore, che nel film interpreta la madre di Evan, Heidi,
l’impegno anche nel canto ” è stato una novità. Non cantavo in
un musical dal liceo e qui ero a confronto con giganti in
quest’arte. Mi sono sentita allo stesso tempo esaltata e messa
alla prova, ma anche grata per l’opportunità”. (ANSA).
   

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