venerdì, 21 Febbraio 2025
Di serie come Tutto Chiede Salvezza datecene ancora per favore
Risulta sempre molto difficile riuscire a creare una trasposizione fedele e allo stesso tempo meritevole di un romanzo di grande impatto e significati, com’è stato “Tutto Chiede Salvezza”, scritto da Daniele Mencarelli, e vincitore del premio Strega due anni fa.
Netflix continua la sua corsa al rilancio qualitativo con una serie TV che conferma come almeno sul piccolo schermo l’Italia abbia tantissimo da offrire in termini di profondità, sensibilità, modernità e capacità di far scoprire nuovi talenti e nuove modalità narrative.
Di certo dopo Bang Bang Baby, Prisma e SKAM, abbiamo un altro prodotto indirizzato ai giovani ma non solo, che può rivendicare una grande qualità nella scrittura così come nella capacità di rendere centrali i personaggi e il loro sviluppo.
Un ragazzo degli anni ’90 dentro un reparto psichiatrico
Protagonista di tutto chiede salvezza è il giovane Daniele (Federico Cesari), che nel mezzo dei mondiali di Usa ‘94, si trova niente meno che all’interno di un reparto psichiatrico, a causa di una crisi psicotica.
Per il ragazzo è un autentico shock, così come lo sarà la necessità di ambientarsi in un universo che pare assolutamente distante dalla vita di tutti i giorni, abitato da altri cinque pazienti, con i quali pare non avere assolutamente nulla in comune se non il dover condividere quel reparto.
Andrea Pennacchi, Vincenzo crea, Vincenzo Nemolato, Alessandro Pacioni e Lorenzo Renzi sono gli interpreti del resto della ciurma di quell’angolo di mondo, dove per una settimana Daniele sarà costretto bene o male a fare i conti con sé stesso, a mettersi in gioco, a ricostruirsi pezzo per pezzo.
Eppure questo ragazzo scoprirà anche di avere delle risorse che neppure immaginava, che gli permetteranno infine di dare una svolta alla sua esistenza. Il tutto anche grazie a quei cinque personaggi, uomini assolutamente emarginati dalla società, ognuno per motivi diversi ma uniti dalla sofferenza, dall’isolamento, nonché capaci di dare tantissimo il prossimo dal punto di vista affettivo.
Tutto Chiede Salvezza è diretta da Francesco Bruni, che sicuramente può vantarsi di aver recuperato il meglio dal romanzo autobiografico di Mencarelli, sceneggiatore della serie assieme a Daniela Gambaro, Francesco Cenni e allo stesso Bruno.
Questa serie è in grado di unire il difficile tema della sofferenza mentale ed emotiva con l’elemento chiave del film di formazione e dell’indagine introspettiva, che si alternano con sapiente equilibrio, donandoci un universo narrativo che non perde mai il ritmo e non smette mai di appassionare.
La sofferenza può portare a qualcosa di buono?
Tutto chiede salvezza ha sicuramente la capacità di essere un prodotto ad un tempo moderno e classico, dal momento che recupera il meglio della tradizione agrodolce della commedia amara italiana, rendendolo però connesso ad un’estetica narrativa e a tematiche molto moderne.
Federico Cesari riesce a fare del suo Daniele un personaggio molto intrigante, complicato, fragile ma anche capace di sorprendere continuamente, così come il luogo dove è costretto a rimanere imprigionato, che poi in realtà si rivelerà essere lo strumento della sua liberazione.
Tuttavia non bisogna pensare che questa serie TV sia esclusivamente drammatica, anzi, i momenti comici e di leggerezza non mancano, sono il perfetto fluidificante per far arrivare perfettamente il messaggio ultimo: nulla succede soltanto a te, la condivisione della propria emotività è il modo migliore per guarirsi, il modo migliore per non essere spietatamente soli oltre un ragionevole limite.
Anche per questo, risulta in ultima analisi molto facile immedesimarsi non solo in Daniele, ma anche negli altri personaggi, ognuno diverso, ognuno in lotta contro qualcosa di oscuro, eppure allo stesso tempo anche portatore di una qualche forma di saggezza proprio perché ferito, diverso dalla norma.
Presso i nativi americani, coloro i quali erano dall’uomo bianco definì “folli”, erano invece considerati più vicini al Grande Spirito, uomini sacri; ecco in un certo senso Tutto Chiede Salvezza si avvicina a questa teoria, per quanto poi in realtà la pazzia qui non c’entri.
Qui si parla della ben nota fragilità emotiva che la società moderna ci fa nascere dentro a getto continuo. Eppure, fateci caso, anche nell’epoca post-pandemia, si è parlato tanto di sofferenza economica, di sofferenza sociale, addirittura di sofferenza politica, ma poco o nulla è stato fatto per combattere la sofferenza emotiva e mentale a cui siamo stati sottoposti.
La grande bugia della società moderna
Tutto Chiede Salvezza ci parla quindi soprattutto del concetto di empatia, di quanto la civiltà moderna bene o male abbia messo la sensibilità agli ultimi gradini di ciò che conta se si vuole essere accettati.
Daniele e gli altri in fin dei conti non sono finiti in quel reparto, soggetti a trattamento sanitario obbligatorio, perché privi di essa, ma il contrario perché ne sono ricolmi, non la rifiutano, non la stroncano ma rischiano di rimanerne infine sopraffatti.
Guardare questa serie, significa bene o male quindi fare i conti con quanto, oggi come oggi, le nostre emozioni siano soprattutto simulate, arginate, debbano seguire un copione che poi sostanzialmente è sempre lo stesso: fai finta di essere come gli altri, fai finta di essere felice, fai finta che tutto vada bene.
Fatto ancora più importante, questo è un racconto che ci parla anche del dolore, una parola quasi proibita ai nostri giorni, pur essendo tremendamente presente e centrale nella nostra realtà.
Abbiamo visto negli ultimi anni fare quanto faccia sempre più capolino nelle nostre vite, eppure pare quasi che debba essere bandito dalla nostra narrazione, dalla rappresentazione che diamo delle nostre esistenze.
Il che non vuol dire naturalmente che poi Tutto Chiede Salvezza risulti essere quasi un’elegia degli sconfitti o peggio ancora del pessimismo, al contrario.
Tuttavia si parla di accettazione, di abbracciare il fatto che la felicità è qualcosa di complesso, come lo siamo noi, oggi sempre più schiacciati da una sorta di omologazione che non riguarda semplicemente abbigliamento o musica, ma anche il modo in cui comunichiamo a ciò che sentiamo e proviamo.
Anche per questo, Tutto Chiede Salvezza può rivendicare di essere una serie preziosa, che insegna tanto, che conferma come il piccolo schermo da noi ormai non sia più così piccolo, ma ricolmo di grandi sorprese.
Tutto chiede salvezza sarà disponibile su Netflix a partire dal 14 ottobre.
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