sabato, 23 Novembre 2024
Dimore di design
Alloggi pensati per chi ama il design e l’arte del «bello». È questa l’ultima scommessa di Airbnb – piattaforma globale di viaggio fondata nel 2007 – che a poche settimane dell’avvio della Milano Design Week debutta una nuova categoria.
«Airbnb Design» include circa 30.000 case uniche al mondo per architettura e interior, disegnate da architetti di fama mondiale.
Tra queste si può trovare la Muralla Roja. Situato a Calpe, in Spagna, questo edificio privato è uno dei lavori più noti di Ricardo Bofill, architetto e urbanista spagnolo considerato uno dei massimi rappresentati del postmodernismo, scomparso lo scorso anno per complicazioni causate dal Covid.
La Muralla Roja, di cui si è recentemente parlato per aver ispirato il labirintico set del drama coreano Squid Game, è stata progettata nei primi anni Settanta e gioca su insolite geometrie che seguono le linee della scogliera su cui è affacciata. Un labirinto di colori capace di offrire un’esperienza unica a chi lo visita.
È invece situata a Gardone Riviera, la dimora disegnata dall’architetto italiano Matteo Thun. Parte di un complesso di ville di lusso, questa splendida casa si caratterizza per le linee pulite e gli spazi che si integrano nella natura circostante grazie ad ampie vetrate. Queste ville, inaugurate nel 2016, vedono anche la collaborazione del creativo art director Vincenzo Dascanio, incaricato di portare la sua visione onirica sul lago di Garda. Tutto per dare vita a «un nuovo Eden» attraverso un sodalizio tra design materico e natura che cinge gli ospiti in un abbraccio.
Oltreoceano, più precisamente all’interno del Parco Nazionale del Joshua Tree (USA), è possibile soggiornare all’interno della casa-scultura progettata negli anni Ottanta dall’architetto Kendrick Kellogg, discepolo di Frank Lloyd Wright. Considerata una delle case più esclusive al mondo, la Kellogg-Doolittle House non presenta finestre tradizionali. La luce del deserto filtra infatti all’interno dell’edificio attraverso gli spazi vuoti del tetto.
Pensata come una pianta che nasce tra le rocce, la Kellogg-Doolittle House è composta da 26 vertebre in cemento armato che si alzano come colonne e poi si aprono a ventaglio per creare il tetto. Un esempio sublime di architettura che si fonde con la natura che la circonda, e «un’ispirazione per essere più fantasiosi e ambiziosi con i mondi che costruiamo».
Sempre negli Stati Uniti, ma questa volta in Texas – più precisamente sulle colline a ovest di Austin, sorge la Bloomhouse. Un’opera architettonica singolare, costruita negli anni Settanta dalla creatività di due amici hippie, Charles Harker e Dalton Bloom. Plasmata nell’arco di 11 anni, utilizzando metodi e materiali insoliti, a partire dalla struttura di base formata da barre d’acciaio e poi ricoperta da schiuma poliuretanica e stucco di cemento, la Bloomhouse si contraddistingue per le sue forme organiche e curve che si ispirano al movimento del vento, delle onde e delle fiamme.
A due ore da New York, nei boschi di Rhinebeck lungo il fiume Hudson, è possibile andare alla scoperta della Ex of IN House disegnata dallo studio Steven Holl Architects. Si tratta di una piccola casa unifamiliare (85mq che possono accogliere cinque persone) che si pone come obiettivo – come raccontato dallo stesso Holl – quello di creare «un linguaggio spaziale che vuole legare l’energia degli spazi interni all’ecologia del luogo». Dai pavimenti in cemento lisciato, mogano naturale per infissi e scala interna alle pareti in multistrato di betulla tutto è pensato per il comfort di chi ci abita, nel rispetto dell’ambiente che li circonda che, di conseguenza, diventa un tutt’uno con l’abitazione.
Raggiungendo Oaxaca, in Messico, si può trovare Casa Wo, il progetto dell’architetto francese Ludwig Godefroy. Questa «oasi moderna» situata a La Punta, quartiere alla moda di Puerto Escondido, offre un giardino sul tetto e una piscina blu zaffiro che si fonde perfettamente con il layout open air e contemporaneo dell’abitazione.
Dall’esterno, l’edificio appare come una massa di cemento interamente solida, scandita su un lato da una coppia di aperture che contengono robuste porte in legno, per garantire la privacy dei suoi residenti. È proprio questo desiderio di dare vita a una nuova idea di privacy che ha spinto Godefroy ha invertire le disposizione tradizionale di un’ambizione, spostando il giardino-piscina in avanti per fungere da cuscinetto rispetto alla strada.
Il materiale principe è il cemento, lasciato a vista sia all’esterno che all’interno di tutta l’abitazione. «Realizzata con materiali massicci che non richiedono trattamenti o manutenzione speciali, accettando l’invecchiamento e il tempo come parte del processo architettonico, la casa è stata concepita per finire un giorno ricoperta da un nuovo strato di materialità: uno strato di brezza tropicale» ha spiegato l’architetto.
Il progetto di earthship, a cura dell’Atelier Marko Brajovic – ispirato a una specifica tipologia di casa indigena brasiliana del popolo Asurini, Médio Xingu – trova invece la sua perfetta espressione a Party, in Brasile. È qui che sorge un rifugio immerso nella foresta tropicale brasiliana, con cascata e piscina naturale privata.
Insieme alla Monkey House e alla Agué House, questa dimora – ribattezzata «ARCA House» – è situata nel mezzo della foresta come un oggetto autonomo con un minimo impatto sull’ambiente circostante. Una struttura autoportante a guscio composta da acciaio di carbonio, alluminio e zinco, assemblata in loco, compone l’intera struttura che può ospitare fino a due coppie con bambini. L’idea principale è che una casa possa essere utilizzata per un fine settimana da creativi e professionisti (con bambini) che vogliono lavorare alla loro creazione ispirandosi alla natura in un ambiente molto confortevole.