Draghi: «Pandemia sotto controllo» ma non mancano i problemi

È un’Italia che funziona quella raccontata da Mario Draghi nelle comunicazioni rilasciate stamane al Senato in vista del prossimo Consiglio Europeo. Soprattutto perché il Paese sembra essere uscito dall’incubo del coronavirus o, quantomeno è riuscito a gestirla e a conviverci. «Oggi la Pandemia è sotto controllo», ha spiegato il premier, merito soprattutto del personale sanitario «che ha realizzato uno sforzo straordinario» ma anche di chi ha scelto di vaccinarsi, in particolare il premier in questo senso ha ricordato ed applaudito i giovani tra i 12 ed i 18 anni che hanno così permesso la ripresa in presenza e normalità dell’anno scolastico. «In Italia, la campagna procede più spedita della media europea – ha aggiunto poi il premier, con una certa soddisfazione – Ad oggi, l’86% della popolazione sopra i 12 anni ha ricevuto almeno una dose e l’81% è completamente vaccinata. Voglio ricordare che prima dell’ultimo Consiglio europeo, a fine giugno, meno di un terzo della platea aveva completato il ciclo vaccinale».

Consiglio europeo del 21 e 22 ottobre: Comunicazioni al Senato www.youtube.com

Draghi ha poi ricordato la necessità di sostenere le vaccinazioni nei paesi poveri, dove solo il 2,8 % delle persone ha ricevuto una dose.Non mancano però i problemi, tra questi su tutti la questione migranti.

I numeri di sbarchi ed arrivi in Italia è da record e, come accade ormai da decenni, ad affrontare questa questione l’Italia viene lasciata sola. «L’Europa deve fare di più – ha detto Draghi – ci sono degli impegni presi da tutti i paese da realizzare a breve termine». Di questo se ne parlerà nel Consiglio Europeo ma la possibilità che la situazione cambi viste le promesse d’aiuto del passato mai mantenute è purtroppo piuttosto bassa.«Il Consiglio di giugno – ha ricordato – si è impegnato a lavorare con i Paesi di origine e di transito, in collaborazione con l`Alto Commissariato ONU per i Rifugiati e l`Organizzazione Internazionale per la Migrazione. Questa prospettiva concordata ora necessita di un’attuazione puntuale. Due degli impegni previsti hanno scadenza questo autunno. Il primo è la presentazione da parte della Commissione e dell’Alto Rappresentante Josep Borrell, in collaborazione con gli Stati Membri, di piani d’azione per i Paesi di origine e transito prioritari. Questi piani devono includere obiettivi, misure di sostegno e tempistiche precise. Il secondo è la presentazione di un rapporto al Consiglio sul miglior utilizzo possibile di almeno il 10% dei fondi dello strumento di Vicinato, Sviluppo e Cooperazione Internazionale».

«Siamo indietro anche nell’agenda digitale» ha poi aggiunto il premier ricordando come siano stati per questo stanziati 50 miliardi di euro dal Pnrr con l’obiettivo «di diventare traino in Europa anche in questo campo».

Ma è in campo economico che la situazione sta vivendo il più classico dei chiaroscuro. I dati di crescita sono stati confermati, anzi. Draghi ha spiegato come ad esempio l’export oggi superi del 5% i livelli pre-pandemia. Ma su tutto esiste un problema di forniture e di materie prime che rischia di frenare una macchina che ora procede spedita. Frenata che potrebbe arrivare anche dall’aumento dei prezzi di petrolio, gas, insomma dell’energia nel suo complesso. Draghi ha ribadito l’impegno dell’esecutivo per calmierare i prezzi ed ha annunciato non solo misure a breve termine ma anche a lungo termine. Interventi che dovranno riuscire a rendere le forniture più sicure e meno soggette a rimbalzi pericolosi dei prezzi. Su tutto, ad esempio, nuovi impianti di stoccaggio ad esempio del gas ed un accelerazione nel percorso che dovrebbe renderci meno dipendenti dai combustibili fossili.

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