martedì, 4 Febbraio 2025
Edith Bruck, ‘il cinema, mia grande faticosa vacanza’
“Il cinema? La mia grande faticosa
vacanza”, dice la scrittrice poetessa Edith Bruck ricevendo una
standing ovation ai Nastri d’argento per i documentari. Cammina
a fatica, “sono cinque mesi che non esco di casa, ho due
ossicini rotti ma non potevo mancare, volevo a tutti i costi
togliermi il pigiama, vestirmi bene e venire a ritirare il
premio”, dice una delle ultime persone sopravvissute
all’Olocausto ancora in vita.
Ha 92 anni e il documentario ‘Edith’ a lei dedicato da
Michele Mally ha vinto il Nastro tra i documentari di Cinema,
cultura e spettacoli (insieme a Io, noi e Gaber di Riccardo
Milani), un film realizzato da 3D Produzioni in collaborazione
con La7 e che il compianto Andrea Purgatori trasmise in una
puntata del suo Atlantide. La statuetta “troverà posto accanto a
quello che vinse tanti anni fa mio marito grande documentarista
Nelo Risi, fratello di Dino”.
Bruck dice: “Scriverò fino all’ultimo minuto della mia vita,
una vita che è stata interamente condizionata dall’essere una
sopravvissuta alla Shoah, fiera di essere una testimone
instancabile tra i ragazzi da moltissimi anni”.
Ultima di sei figli di una povera famiglia ebraica, nata in
un villaggio ungherese ai confini con la Slovacchia, deportata a
13 anni ad Auschwitz e poi in altri campi tedeschi: Kaufering,
Landsberg, Dachau, Christianstadt e, infine, Bergen-Belsen, dove
verrà liberata, insieme alla sorella, nell’aprile del 1945,
l’autrice tra gli altri dell’autobiografico Pane Perduto ha un
passato anche di regista e sceneggiatrice. “Ho ancora tanti
progetti – conclude -. La lingua ungherese mi fa male ancora
oggi, me ne sono liberata scrivendo in italiano”.
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