Edoardo Leo, il mio atto d’amore per Proietti

(ANSA) – ROMA, 23 OTT – Quasi un anno fa, il 2 novembre, a
Gigi Proietti riusciva l’ultima mandrakata, morire il giorno
stesso del compleanno, 80 anni. Oggi una fondazione porta il suo
nome e questa sera all’Auditorium c’è grande commozione per il
documentario sul grande artista, Luigi Proietti detto Gigi,
realizzato da Edoardo Leo. C’è la sua famiglia, la vedova
Sagitta Alter, le figlie Susanna e Carlotta. “E’ un film
bellissimo, che rispecchia pienamente papà, lo racconta in modo
completo, ne siamo tutti veramente molto felici”, dice Carlotta.
    Il progetto nasce per volontà di Leo, “nel 2018 mi ero messo in
testa di fare un documentario su A me gli occhi please, il
one-man-show del ’76 scritto da Roberto Lerici, che ha cambiato
in un certo senso il teatro italiano, un caso incredibile, con
la fila fuori, il pienone ogni sera, sold out dalla prima recita
al Teatro Tenda. Lo proposi a Gigi che mi rispose incredulo: ‘un
documentario su di me? E perchè?’. Dopo qualche titubanza –
racconta Edoardo Leo – disse si. Poi la sua morte. Mi sono
fermato – spiega ancora il regista – e ho chiesto alla famiglia
cosa fare. Quando hanno dato il consenso ho ricominciato a
lavorarci ma a quel punto dal racconto di A me gli occhi è
diventato altro. E’ stata un’impresa perchè Proietti ha fatto
tantissimo e alla fine è stato un atto d’amore”.
    All’Auditorium stasera “una poltrona vuota, la sua, perchè il
mio rimpianto è non poterglielo far vedere”. Luigi Proietti in
arte Gigi setaccia una lunghissima carriera, gli esordi musicali
prima che teatrali, la formazione nel teatro di sperimentazione,
l’incontro con Carmelo Bene, le esperienze al Comunale
dell’Aquila con il gruppo 101, maestri come Giancarlo Cobelli,
Giancarlo Calenda, insomma il Proietti d’avanguardia. E poi
tutto il resto il Tenda, il Brancaccio (e la, il cinema con
Gassman diretti da Altman, il cult Febbre da cavallo, Shakespeare, la tv un ritratto completo di spezzoni d’epoca,
frammenti ritrovati e tanti artisti a ricordarlo da Fiorello a
Cortellesi.
    Prodotto da Fulvio e Paola Lucisano con Paola Ferrari e Edoardo
Leo, il documentario è una produzione Italian International Film
e Alea Film con Rai Cinema. (ANSA).
   

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