Eileen, il fascino manipolatorio di Anne Hathaway

“Una ragazza incredibilmente sola,
che non ha mai avuto la possibilità di avere dei legami normali,
né un amore sano. E questo ha fatto di lei quello che è e le fa
poi fare quello che fa”.
    Così Thomasin McKenzie introduce nel junket internazionale (da
remoto) la sua Eileen Dunlop, protagonista dell’omonimo film di
William Oldroydin arrivo nelle sale dal 30 maggio con Lucky Red
dopo l’anteprima al Sundance e alla Festa di Roma.
    L’attrice, dopo Ultima notte a Soho, torna a interpretare una
ragazza degli anni Sessanta, questa volta affiancata
dall’attrice premio Oscar Anne Hathaway, in un thriller
psicologico interamente incentrato sulle loro due performance.
    Dopo Lady Macbeth, William Oldroyd torna a dirigere un film a
forte matrice femminile. Eileen è infatti un thriller
psicologico con protagonista una ragazza che, nella Boston del
1960, conduce una vita grigia e priva di stimoli, alle prese con
padre alcolizzato e con il lavoro in un riformatorio minorile.
    Repressa emotivamente e sessualmente, Eileen viene stravolta
dall’arrivo della nuova psicologa del carcere, Rebecca (Anne
Hathaway), che con la sua brillantezza ed eleganza sembra
offrirle un modello femminile vincente.
    Una storia che sembra a un certo punto convergere verso un loro
rapporto sentimentale ed erotico, ma che poi vira verso il noir,
con un incalzante finale ricco di colpi di scena.
    “Mi piacciono le storie in cui il pubblico si chiede: fino a
dove mi spingerei nel sostenere questo personaggio, fino a che
punto starei con lei o con lui? Costringerlo a chiedersi cosa
farebbe in una situazione del genere. – dichiara il regista – In
Lady Macbeth questa cosa era molto chiara, in Eileen devo
ammettere di essere stata con la protagonista fino alla fine.
    Perché nella situazione estrema in cui si trova, deve combattere
per uscirne e quello che fa mi sembra l’unica via d’uscita”.
   
   

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