martedì, 26 Novembre 2024
Emergenza migranti; il dossier sul tavolo del Viminale
Il Governo Meloni si è appena insediato e tra le priorità per il momento non sembrerebbe esserci il fenomeno dell’immigrazione clandestina dato che le emergenze economiche hanno la giusta priorità. Eppure in campagna elettorale l’obiettivo di diminuire gli sbarchi oltre ad essere un punto fermo da sempre della Lega di Matteo Salvini era nel programma della Meloni che aveva addirittura parlato di “blocco navale”.
Il 2022 è senza ombra di dubbio un anno record per gli sbarchi dei clandestini, dove solo nell’isola di Lampedusa negli ultimi tre anni gli arrivi dei migranti sono quasi triplicati. Un bilancio impietoso che segna un drammatico aumento del fenomeno migratorio dove secondo i dati del Viminale si è passati da 26.861 sbarchi nel 2020, a 52.667 nel 2021 e 78.740 alla data del 24 ottobre 2022. Sbarchi che hanno comportato un’oggettiva difficoltà di ricollocamento dei migranti insieme ad un peggioramento nel sistema di accoglienza, inadatto a sostenere flussi di questa portata. Ma le conseguenze della gestione drammatica degli sbarchi non ricadono solo sui migranti stipati a migliaia negli hotspot ma anche sulle forze dell’ordine costrette ad affrontare turni massacranti e sui territori (che a causa della gestione dei flussi migratori) sono privati dei normali controlli di pubblica sicurezza e contrasto della criminalità.
Ad aggravare inoltre la situazione è che dei migranti spesso si perda traccia, perché una volta arrivati in Italia se non sono ritenuti idonei a ricevere la protezione internazionale spariscono per evitare il rimpatrio, finendo il più del volte al soldo della criminalità organizzata. A riguardo abbiamo contattato i principali sindacati di polizia ed il sindaco di Lampedusa che ci hanno spiegato gli aspetti più critici dell’immigrazione clandestina.
«Per gli sbarchi dei clandestini il 2022 è stato un anno disastroso perché si è registrato un aumento di arrivi eccezionale soprattutto a Lampedusa» conferma Giuseppe Coco il segretario nazionale della Sap (Sindacato Autonomo Polizia)
Di che numeri parliamo a Lampedusa?
«Numeri molto alti ed il fenomeno non ha riguardato solo Lampedusa ma anche Pantelleria dove ogni settimana arrivano migranti in blocchi da 200 persone che vengono portati nel “Punto di crisi”, dove quest’anno siamo arrivati a quota 5000 arrivi, anche se nessuno ha riportato la notizia».
Come state affrontando l’aumento degli sbarchi?
«La situazione è insostenibile e fuori controllo, soprattutto perché abbiamo una carenza di uomini e donne della polizia di oltre 10mila unità. In più c’è da considerare che i poliziotti in servizio per la gestione degli sbarchi vengono tolti dalla Digos, dalle squadre mobili e dagli uffici, mentre dovrebbero occuparsi di ordine pubblico, terrorismo, compiti istituzionali e contrasto alla criminalità organizzata, soprattutto in territori a rischio come la Sicilia. In più parte di queste persone quando arrivano in Italia chiedono la protezione internazionale per poi venire smistati nei vari centri di accoglienza. Nel caso la commissione preposta non la conceda entro 7 giorni devono lasciare il Paese, ma nessuno lo fa e di conseguenza per cercare di sopravvivere accettano di essere sfruttati dalla criminalità o nei campi».
Anche il Sindaco di Lampedusa Filippo Mannino descrive una situazione drammatica
«Quello dell’immigrazione clandestina a Lampedusa è un problema epocale che va avanti da 30 anni e che ha avuto il picco massimo nel 2022, dovuto anche alle condizioni meteorologiche favorevoli che hanno fatto triplicare gli arrivi. Infatti gli hotspot sono arrivati anche a 2000 presenze quando al massimo potevano ospitarne 300. Siamo di fronte ad un’accoglienza disumana a cui la politica ha sempre fatto fronte in maniera emergenziale e non strutturale.»
Qual è la soluzione?
«L’Europa secondo me dovrebbe rivedere il regolamento di Dublino. Vede..Lampedusa si trova al centro del Meditterraneo è una zattera in mezza al mare e quando arrivano i migranti non possiamo certo girarci dall’altra parte ma siamo in difficoltà perché spesso non abbiamo nemmeno i collegamenti pronti per i trasferimenti. È una situazione insostenibile su cui non interviene nessuno. Ieri ad esempio ci hanno comunicato che 3 persone sono disperse in mare e sono stati riportati a terra 2 corpi di neonati carbonizzati».
Mentre per Domenico Pianese, segretario generale sindacato di Polizia Coisp la soluzione è la lotta al traffico di esseri umani
«A Lampedusa la situazione non accenna a migliorare. Infatti in questo momento sono 1050 i migranti ospitati nell’hotspot (in una struttura che è bene ricordarlo non potrebbe ospitarne più di 300). Ma dire che il Centro è al collasso ormai non fa più notizia nonostante gli ospiti dormano all’addiaccio e abbiano a disposizione solo cinque bagni chimici dove la rete fognaria e quella idrica sono in totale dissesto e le condizioni igieniche sono pessime».
Come vivete questa situazione?
«Il personale di Polizia è costretto a turni massacranti, anche di 16-18 ore al giorno. Di conseguenza le attività relative agli innumerevoli sbarchi stanno compromettendo anche l’attività di controllo del territorio, distraendo risorse dalla tutela della sicurezza in un’area, peraltro, particolarmente complessa perché vittima della criminalità organizzata. E’ assolutamente necessario far fronte a tutto questo in maniera non più emergenziale, ma in maniera concreta prevedendo l’invio di personale di rinforzo. Nella direzione giusta vanno le parole del neo Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in seguito all’incontro con il suo omologo francese, che mirano ad avviare politiche europee di contrasto all’immigrazione illegale e di lotta alle organizzazioni criminali che si occupano del traffico di esseri umani».
Dove finiscono i migranti una volta arrivati in Italia?
«Gli immigrati clandestini seguono percorsi distinti. Appena arrivano viene verificata la loro cittadinanza e se ci sono accordi per il rimpatrio vengono inviati al al CPR (Centro Permanenza e Rimpatrio) in attesa del primo volo organizzato per riportarli nel loro Paese. Mentre se non si riesce ad accertare la cittadinanza gli viene notificato il decreto di espulsione e l’obbligo di lasciare il territorio nazionale ma puntualmente dopo essere stati accompagnati alla stazione ferroviaria, strappano il decreto di espulsione facendo perdere le loro tracce. Altri ancora invece fanno richiesta di asilo o di protezione internazionale per ottenere il permesso di soggiorno fino a quando la commissione territoriale per i rifugiati non si esprime sulla loro richiesta. Se la pronuncia è negativa si danno anche loro alla clandestinità».