Emilia Perez, ombra sugli Oscar dopo i post di Karla

Karla Sofia Gascón si scusa per alcuni vecchi tweet islamofobi e razzisti e ha disattivato oggi il suo account su X, ma l’Oscar per la miglior attrice che fino a ieri sembrava quasi scontato è oggi fortemente in bilico. “Mi dispiace aver causato dolore. Essendo parte di una comunità marginalizzata, conosco bene questa sofferenza”, ha detto la superstar di Emilia Pérez la cui candidatura era stata salutata come apripista: prima donna apertamente trans in cinquina nella storia degli Oscar. Con ben 13 nomination tra cui quella per il miglior film, lo stesso musical di Jacques Audiard su un narcos che cambia sesso era finora considerato front runner assieme a The Brutalist in vista della notte delle stelle del 2 marzo a Los Angeles: la chance per Netflix di conquistare l’ambito premio sfuggito finora con Roma di Alfonso Cuarón (che nel 2019 vinse per la regia e il film internazionale) e poi con Marriage Story di Noah Baumbach, The Irishman di Martin Scorsese, Mank di David Fincher, The Power of the Dog di Jane Campion e l’anno scorso Maestro di Bradley Cooper. “E’ un monito sui pericoli di una narrazione rassicurante e confortante attorno a una realtà molto più complessa”, ha commentato Variety dopo la polemica sui tweet in cui Karla Sofia polemizza sui troppi musulmani in Spagna e l’Islam “profondamente disgustoso” da mettere al bando, ma anche sull’afro-americano George Floyd ucciso dalla polizia (“un truffatore tossicodipendente”) e la presunta assenza di diversità agli Oscar: “un festival Afro-coreano, una manifestazione del movimento Black Lives Matter o un 8M”, la sigla usata in Spagna e in America latina per le manifestazioni per i diritti delle donne. Il micromessaggio oggi boomerang era stato postato sull’allora Twitter dopo gli Academy Awards del 2021. Emilia Pérez, acquistato a Cannes, sembrava finora la migliore chance di sempre per Netflix che aveva costruito una strategia attorno alla Gascón, candidandola come miglior attrice protagonista e presentando la performance di Zoe Saldaña come comprimaria nonostante la storia sia raccontata dal punto di vista di Rita e Saldaña abbia più tempo di Karla Sofia sullo schermo. Una cover story su Gascón nell’Hollywood Reporter aveva enfatizzato il suo coinvolgimento creativo, sottolineando come sarebbe stata lei a spingere Audiard a passare da un’idea inizialmente comica a un’esplorazione più sincera della scoperta di sé. All’inizio di gennaio poi Karla Sofia aveva accettato il Golden Globe per il miglior film musicale o commedia a nome dell’intera produzione: “Non potrete portarci via la nostra anima, la nostra resistenza, la nostra identità”. L’attrice non aveva specificato a chi si era rivolta, ma era chiaro a tutti che “noi” si riferiva ai trans e “voi” ai movimenti politici motivati dalla paura e dall’odio verso un “altro”, come quello di Donald Trump che di li’ a pochi giorni si sarebbe insediato di nuovo alla Casa Bianca. Agli Oscar Karla Sofia se la dovra’ vedere contro un pool agguerritissimo, tra Demi Moore per Substance, Fernanda Torres per io Sono Ancora Qui, Cynthia Erivo per Wicked e Mikey Madison per Anora. La nuova polemica si aggiunge a quella dei giorni scorsi quando la Gascón, intervistata da un giornale brasiliano, aveva criticato le campagne online contro di lei e Emilia Pérez prendendo di mira il team che lavora con la Torres: “Non ho mai, in nessun momento, detto nulla di negativo su Fernanda o sul suo film, ma ci sono persone che lavorano con lei che stanno cercando di distruggere me e Emilia Pérez. Questo dice più sul loro film che sul mio”. Karla Sofía Gascón ha cancellato il profilo @karsiagascon dopo essersi scusata “per aver creato dolore”.

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