martedì, 26 Novembre 2024
Emiliano, che dice sempre e solo no, e non paga mai anche se sbaglia
“Si farà il prolungamento del gasdotto Eastmed dalla Grecia all’Italia?”- “L’approdo previsto è in Puglia, io non c’ero in quel periodo, ma credo di aver capito che è stato sospeso per evitare nuove polemiche locali come con la Tap, vedremo nei prossimi mesi se riusciremo a riprendere il progetto, perché ne abbiamo bisogno”.
Cosi il 15 gennaio il ministro della Transizione Cingolani ha risposto in audizione alla Camera sui piani del governo per rimediare ai costi dell’energia lievitati a livelli insostenibili per imprese e famiglie.
Il riferimento è all’altro gasdotto, la tap appunto, che dopo 10 anni di opposizione da parte dell’amministrazione locale, è finalmente attivo e rifornisce oggi 7 miliardi di metri cubi di gas trasportandoli dall’Azerbaijan all’Europa. Ma che come è avvenuto con l’Eastmed rischiava di non arrivare perché dopo aver percorso 870 chilometri tagliando il medioriente, in Puglia volevano bloccare gli ultimi 8 chilometri per l’approdo. “Ogni volta che dico Tap” disse il governatore Emiliano “sento un sussulto della mia sedia. Tap e la mia sedia sono, nell’immaginario collettivo di qualcuno, strettamente collegate, evidentemente. Ovviamente, avere un gasdotto sotto il sedere è sempre un problema non solo per chi abita a Melendugno”.
I dati li conosciamo: di 70 miliardi di metri cubi di gas utilizzati lo scorso anno nel nostro Paese, solo 3,5 miliardi cioè il 4 per cento viene da produzione indigena. Tutto il resto è importato.
Eppure esistono giacimenti per almeno 90 miliardi di idrocarburi intonsi al largo del nostro Paese, e almeno 50 richieste di permessi di ricerca ferme.
Perlopiù lunghe le coste (oltre le 12 miglia) del mar adriatico e dello ionio. E mentre quelle emiliano romagnole vengono messe a frutto, con la regione guidata da Bonaccini che si è sempre schierata a favore delle trivellazioni (anche quando il Governo ne ha imposto moratorie), la Puglia guidata da 18 anni dallo stesso colore politico, si è sempre messa contro.
“In questo sono stato quasi solo – ha lamentato Emiliano- pochissime persone mi hanno appoggiato come Boccia e Zingaretti che da quando è segretario Pd si è avvertito un cambio radicale sulla posizione”.
Con ragioni del tutto infondate, irragionevoli, economicamente disastrose e politicamente insostenibili.
Da chi si oppone allo sfruttamento dei propri giacimenti, come il pazzo che ha trovato l’oro e non lo raccoglie, ci si aspetterebbe che quindi puntasse sull’arrivo della materia prima da altre parti. E invece neanche quello. Come abbiamo sentito dire al ministro Cingolani, si ha paura persino di proporre di far arrivare gas dall’Egitto, Israele e la via mediterranea, perché già si sa che in Puglia, dove dovrebbe approdare, anziché festeggiare l’approdo come la caduta della manna dal cielo, creerebbero solo problemi e ostacoli giuridici, politici, e persino di sicurezza interna, come hanno fatto per anni con Tap.
Pare incredibile comprendere quel periodo. Oggi che 7 miliardi di gas, il 10 per cento del gas importato in Italia, vengono dall’Azerbaijan attraverso un gasdotto che arriva a Melendugno senza che in quella spiaggia ancora incontaminata neppure si veda l’ombra del tubo, e persino la boa unica bolla di segnalazione al largo, non c’è più. Non ci sono odori, non ci sono impedimenti alla visuale, non ci sono danni, la spiaggia come era è. L’unica cosa che manca sono i 500 milioni di compensazioni ambientali l’anno che la Tap aspetta di dare alla comunità locale, compensazioni che i Comuni e la regione Puglia rifiutano di accettare. Mentre la Basilicata con i 200 milioni l’anno che prende per i giacimenti di tempa rossa e val d’agri ha fatto di quei comuni i più ricchi d’italia. Emiliano invece di trattare sulle compensazioni immediate, i soldi li vuole chissà se e quando tramite i risarcimenti: “Chiederemo a Tap un risarcimento miliardario per danno d’immagine. Se dovessero essere condannati ci risarciranno miliardi di euro, perché il danno è enorme e il vantaggio è zero per la Puglia”.
Eppure quel gas è l’unica fonte di diversificazione da quello russo in questo momento, e in Puglia neanche si vede. Riuscire a giustificare la dura opposizione che c’è stata in questi anni risulta impossibile. Eppure ne hanno dette di tutti i colori. Dopo aver Emiliano opposto ricorsi in tutte le sedi e a tutti i livelli, si è arrivati a occupare il cantiere per impedirne i lavori, con decine di manifestanti condannati per violenze. Il Presidente della provincia di Lecce Stefano Minerva, ancora sostenuto da Emiliano e dal Partito Democratico, dormiva in macchina la notte per occupare il cantiere. Di fronte a personaggi come Albano, Emma Marrone, Erri De Luca, che si facevano testimonial della guerra notap, ci si sarebbe aspettati dalla politica una presa di responsabilità, invece Emiliano ha sempre rincorso la pancia più reazionaria e movimentista tanto da dire “il cantiere tap mi ricordava Auschwitz”. Gli stessi che poi hanno ostacolato il taglio degli ulivi infetti, portando alla totale distruzione del Salento che è oggi terra bruciata, con la xylella alle porte di Bari. “e’ stata una liberazione” disse Emiliano quando la procura di Lecce bloccò il taglio degli alberi appoggiando tesi complottiste sulla diffusione del batterio.
Questo è stato il problema principale di questi anni, per tutti i dossier pugliesi. Che il governatore anziché farsi faro di saggezza e responsabilità, ha invece sempre inseguito manifestanti e urlatori, aizzando populismi e alimentando radicalizzazioni per mettersi alla loro guida con posizioni che poi spesso non è riuscito a mantenere. E cosi anche quando sono arrivati i 5 stelle al governo, che in Puglia su quelle posizioni radicalizzate hanno preso il 50 per cento alle elezioni politiche del 2018, proprio a danno del Pd, e Giuseppe Conte diede il via definitivo alla tap, Emiliano per la prima volta si scagliò contro i 5 stelle facendo appello a Di Battista per fare squadra con lui conto i 5 stelle come la Lezzi (allora ministro del Sud ) che secondo Emiliano “si erano venduti alle lobby come Renzi”. E’ stato questo il termine con cui Emiliano accusava i suoi avversari politici: di essere schiavi delle lobby del gas per tap, del carbone per Ilva, del petrolio per le trivelle. Oltre a chiamarli fan dei tumori, e altri vezzeggiativi simili. Avversari che perlopiù erano rappresentati da esponenti nazionali del suo stesso partito, perché in Puglia invece non ha mai avuto opposizione. E tutti, sia il pd, che Lega, forza italia, fratelli d’italia, sono sempre stati sulle sue stesse posizioni, pur di non perdere consenso su un terreno mediatico, comunicativo e politico tutto schierato sulle ragioni della pancia facili da cavalcare.
Quindi è stato cosi per la tap, per Ilva, per le trivelle, per le scuole chiuse in pandemia, persino sulla xylella. Purtroppo lo stesso metodo che ha portato il governatore Emiliano a tenere per due anni i bambini a casa mentre nel resto d?Italia andavano tuti a scuola.
Come dicevamo mentre contrastava la tap che portava gas dall’Azerbajan, Emiliano contestava anche le trivelle a 12 miglia dalle coste. Sono decine i ricorsi presentati al tar, al Consiglio di Stato, alla Consulta, al Consiglio d’Europa. Tutti rigorosamente bocciati, perché come le varie Corti hanno più spesso ribadito, la competenza sul mare non è della Regione, ma dello stato. Ma Emiliano ancora non lo capisce, e non dovendo pagare i ricorsi di tasca propria, ogni volta ci riprova, perdendendoli rigorosamente tutti ma spesso dopo dieci anni, quando ormai le aziende hanno abbandonati progetti e il Paese sviluppo.
Non contento nel 2016 ha avviato pure un referendum nazionale antitrivelle, rigorosamente perso. Ma anche in quella occasione l’opposizione locale fu al suo fianco, addirittura l’attuale sottosegretario di Forza Italia Paolo Sisto sul palco notriv accanto a Emiliano.
E oggi per quelle scelte scellerate rischiamo il blackout europeo.
Tornare indietro ora rispetto a quelle scelte è necessario. Tant’è che persino i 5 stelle hanno cambiato idea, e persino protagonisti di primo piano come il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano oggi propone il raddoppio della tap.
Ma spiegarlo ai cittadini dopo aver inquinato i pozzi è sempre più difficile.
E pensiamo cosa sarebbe successo oggi se, come proposto da Emiliano, Ilva che è la più grande acciaieria d’Europa fosse alimentata a gas. Con tutte le imprese che già chiudono perché non ce la fanno a pagare i costi dell’energia. E il gas che scarseggia per tutti.
Eppure nonostante la sua guerra a tap, a un certo punto addirittura Emiliano, dopo aver sostenuto la chiusura di Ilva e che sarebbe stato meglio non fosse mai esistita, disse che era andato personalmente in Azerbaijan e il primo ministro azero gli disse che avrebbe dato il gas per Ilva al prezzo del carbone. Come se chiunque potesse decidere il prezzo dell’energia in un capacity marker europeo. Ma alla fine lui fa anche bene a spararle grosse, perché poi nessuno, né opposizione politica ne media, si premura di fare un fackcheching alle sue cialtronate, che farebbero anche ridere se non fossero pericolose.
Del resto basterebbe un minimo di conoscenza degli impianti per sapere che Ilva proprio dagli altiforni ricava il gas che lavorato nella centrale elettrica interna produce l’energia necessaria per alimentare i suoi stessi impianti.
Ma le sue posizioni alterative gli garantiscono una presenza fissa, unico tra i governatori, negli studi televisivi delle reti nazionali in cui, dopo aver trascorso le vacanze con Myrta Merlino insieme al fido Francesco Boccia, più le spara grosse più lo invitano.
E mentre in Emilia Romagna si inaugurano depositi di GNL e GPL, proprio in vista della decarbonizzazione, Emiliano si oppone anche a quelli: “ La Giunta regionale ha appena espresso il diniego all’intesa per la costruzione del deposito GPL di Energas a Manfredonia. Si tratta di un passaggio politico molto importante, che potrebbe consentire al Governo di chiudere definitivamente la procedura. Questa delibera resta un passaggio di grande peso politico perché ha unito verso un obiettivo comune, la comunità di Manfredonia, il Partito Democratico e il Movimento 5 stelle”.
Ovviamente gli rispondono quelli di Brindisi “e allora devi bloccare anche il deposito Edison a Costa Morena”.
A questo punto uno pensa che blocca gli idrocarburi perché a favore delle rinnovabili.
Niente affatto. Anche su questo fronte ogni giorno le pagine della cronaca locale sono piene di consigli comunali e comitati nimby, dal no all’eolico del consorzio del primitivo di Manduria, al comune di Galatina, Castro, eccetera. Così Cingolani il mese scorso d’imperio ha sbloccato il permesso per 4 parchi eolici che giacevano da anni fermi negli uffici della regione Puglia.
Figurarsi per il nuclerare: ovviamente la regione Puglia, mentre a Taranto giace uno dei più grandi depositi abusivi a cielo aperto di scorie nucleari di Chernobyl, Emiliano guida il no persino per l’ipotesi del parco Cnapi per il deposito nazionale, soluzione necessaria per regolarizzare quelli abusivi in giro per l’italia. E chi glielo spiega ad Emiliano che il deposito serve per i rifiuti che usa negli ospedali per le terapie necessarie a curare la salute dei pugliesi?
Gli stessi che per le scelte scellerate del loro governatore rischiano di rimanere senza luce, gas, e acciaio. Gli resterà solo l’acqua dell’acquedotto pugliese, quello che come diceva Salvemini da più da mangiare che da bere.
E mentre il ministro dello Sviluppo ricorda che incombe la minaccia del blackout con famiglie e imprese che non possono pagare le bollette e catena industriale che rischia di fermarsi proprio per colpa delle scelte di un governatore sceicco che ha trovato i giacimenti di idrocarburi ma li tiene fermi, nessuno ha il coraggio di dirgli niente o chiedergli conto. E anzi pur essendo stato sanzionato dal Csm che gli ha vietato di partecipare alla vita di partito poiché ancora magistrato, partecipa persino all’elezione del presidente della Repubblica (non sappiamo se partecipando alla riunione del gruppo dei grandi elettori del Pd, dei 5 stelle o della Lega) e viene continuamente riconfermato e riempito di complimenti a destra e sinistra perché con questo modo di fare è in grado a casa sua di vincere tutte le elezioni, spadroneggiando su tutti i fronti e accontentando tutti, a danno del bene del Paese e del futuro delle prossime generazioni.