lunedì, 25 Novembre 2024
Enea Tech, l’ente fermo da un anno ma che paghiamo
Il Covid è stata occasione per un improvviso ed enorme sforzo economico del nostro Paese che ha investito in molte attività. Investimenti che in certi casi sono andati bene, mentre in altri si sono rilevati degli sprechi enormi. Basti pensare alla madre di tutti gli sprechi: i 461 milioni buttati via per i famosi banchi a rotelle. Sprechi spesso misteriosi come il caso di Enea Tech, fondazione che tra le mission aveva delle attività importanti legate al Covid ma il cui bilancio delle cose fatto in 12 mesi dalla sua creazione è fermo a quota zero. Con un presidente ed un direttore generale che percepiscono comunque lo stipendio previsto.
Che cos’è Enea Tech? Enea Tech avrebbe dovuto essere una realtà pubblica interamente dedicata al trasferimento tecnologico; fa parte di Enea l’ente pubblico di ricerca, energia, ambiente e sviluppo. La fondazione è nata a dicembre 2020 grazie all’ex ministro Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli (M5S). La missione di Enea Tech istituita con il Decreto Rilancio era di promuovere investimenti e iniziative in materia di ricerca e sviluppo e trasferimento tecnologico a favore delle imprese nazionali, con particolare riferimento alle start-up innovative e alle PMI innovative e in generale alle tecnologie di interesse strategico. A supporto il Governo ha predisposto uno stanziamento di 500 milioni di euro per finanziare idee di impresa e progetti di innovazione radicali in quattro ambiti tecnologici definiti: Deep Tech;Healthcare, Green, Energy & Circular Economy e Information Technology.A gennaio 2021 la Fondazione, lancia una prima call for ideas che aveva raccolto oltre mille candidature da parte di start up nazionali e sigla i primi accordi di collaborazione con il Cnr e i suoi 88 istituti di ricerca, con la Fondazione Bruno Kessler (FBK), con l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), con Human Technopole (HT), con il Consorzio Meditech e diversi Competence Center italiani, ARTES 4.0, BI-REX, CIM 4.0, Cyber 4.0, MADE,SMACT e START. Accordi ad oggi rimasti fermi e in attesa di nuovi sviluppi.
Enea Tech e i fondi dello Stato
Tra maggio e luglio il nuovo padrone di casa del Mise Giancarlo Giorgetti cambia nome alla fondazione in Enea Tech Biomedical, aggiungendo alle mission anche la produzione dei vaccini anti-covid. Per l’operazione vengono così aggiunti al fondo altri 400 milioni di euro del decreto Sostegni per un totale di 900 milioni sul conto di Enea Tech. Questi 400 milioni in realtà erano già presenti nelle casse di Invitalia e da lì dovevano essere trasferiti in quelle di Enea Tech. Uno spostamento solo temporaneo perché a settembre i 400 milioni sono tornati indietro ad Invitalia. Il motivo? Il trasferimento di quelle risorse avrebbe lasciato sospeso lo sportello dei contratti di sviluppo di Invitalia con moltissime domande pendenti. Una questione di cui il Mise si sarebbe accorto in un secondo momento. Infatti il ministero di Giorgetti non aveva messo in conto di non poter sottrarre risorse a una misura già avviata e con molte domande. Così i 400 milioni sono stati restituiti con un decreto a Invitalia, fondi che materialmente però non sarebbero mai stati spostati.
Il flop di Enea Tech
Dopo la restituzione dei fondi, il rilancio della fondazione operato da Giorgetti e che avrebbe consentito tra i vari obbiettivi anche di investire nella produzione vaccini, naufraga affossando di fatto il progetto già fermo con il Governo Conte e lasciando inutilizzati i 500 milioni di euro. Finita la danza dei fondi, Enea Tech è ferma in attesa che il Mise come ministero vigilante faccia la prossima mossa nominando una nuova governance e un nuovo statuto, perché a distanza di un anno il Cda è rimasto lo stesso. Anna Tampieri nominata presidente di Enea Tech da Patuanelli è l’ex direttore dell’Istec (Istituto di scienza e tecnologia dei materiali ceramici del Cnr) ma con la sua nuova nomina è stata sostituita da Alessandra Sanson a seguito di un provvedimento del Cnr legato a presunte incompatibilità.
Ma la figura centrale è quella di Salvatore Mizzi, Direttore di Enea Tech . Mezzi lavorava nel 2009 al ministero delle Comunicazioni al fianco dell’ex ministro Paolo Gentiloni nel Governo Prodi. Successivamente è stato candidato senza fortuna alle politiche del 2013 nella lista di Mario Monti alla Camera nel collegio Sicilia 2. Da qui riappare in Invitalia nel 2016 dove diventa amministratore delegato del fondo Invitalia Ventures, per poi essere nominato direttore di Enea Tech dall’ex ministro Mise dei 5 stelle Stefano Patuanelli.Nel Consiglio Direttivo della Fondazione oltre a Tampieri e Mizzi c’era anche il Presidente di ENEA Federico Testa dimessosi per motivi personali. Ma se le risorse per lo sviluppo di impresa di Enea Tech sono fermi gli stipendi del Cda No.Dallo statuto della Fondazione Enea Tech il compenso annuo lordo dei componenti del Consiglio Direttivo è stabilito in 60mila euro per il Presidente, e 230mila per il Direttore. Mizzi oltre il compenso da direttore aveva percepito da ENEA nel 2020 circa 40mila euro per un contratto di consulenza per gli studi di strumenti per il finanziamento tecnologicohttps://www.amministrazionetrasparente.enea.it/com…
L’attuale Cda avrebbe dovuto essere azzerato per far posto a 5 nuovi membri nominati dal Mise, dal soggetto fondatore ENEA (nel frattempo passata dalla vigilanza del MiSE a quella del neonato MiTE di Roberto Cingolani), dal ministero dell’Istruzione e Università e dal ministero della Salute ma anche qui nulla di fatto. Tra i nomi papabili circolava anche quello dell’ex ministro dell’economia del governo giallo-verde Giovanni Tria, nominato il 5 marzo 2021 da Giorgetti consulente per i vaccini.
«Il punto che voglio sottolineare come Confidustria e consigliere Nov Up è che questi continui ribaltamenti del fondo di Enea Tech sono un danno grave per tutto il sistema e soprattutto non si mantiene fede ha dei preaccordi già siglati». ci spiega Alvise Biffi, Presidente Piccola Industria Confindustria Lombardia e consigliere InnovUp
Cosa ha causato il blocco di Enea Tech«Questa incertezza ha sgretolato la fiducia non solo nelle Start Up ma anche negli investitori privati. Così diventa difficoltoso attrarre investimenti. Il punto è che 500 milioni di euro erano già pochi rispetto ai nostri colleghi europei, in più non sono stati assegnati ed hanno cambiato tre volte gli orientamenti radicalmente ed in tempi biblici, con il risultato di credibilità zero».