Esperto, obesità e farmaci non fanno vivere bene

“Longevità sana, vuol dire vivere a
lungo e anche bene. Ci lavoriamo e si vive così investendo su
professionisti e metodi che funzionano, su concetti che in
precedenza non ci sono mai stati negi Usa e anche in Italia”.
    Così Valter Longo, professore di biogerontologia e direttore del
Longevity Institute della Usc, una delle massime autorità
mondiali in materia di longevità, spiega la nascita del nuovo
reparto alla Villa Betania di Napoli insieme alla Fondazione
Valter Longo. Una nuova strada che “non si è mai percorsa –
spiega Longo – e infatti sia da noi che negli Usa vediamo le
conseguenze catastrofiche di strade sbagliate. Oggi la longevità
porta anni in cui la maggior parte della popolazione vive
veramente male. Oggi il 75% degli abitanti Usa è sovrappeso e
obesa e anche la Campania sta raggiungendo piano piano quei
livelli che ovviamente portano effetti sulla sanità che sono
catastrofici soprattutto se hai solo i medici da cui il paziente
va e vive alla fine problemi che sono potenzialmente
irreversibili”.
    Per Longo le strade da seguire sono semplici: “si parte – spiega
– dalla nutrizione e dall’esercizio fisico, ma soprattutto la
nutrizione cambia veramente la vita ma bisogna avere delle
persone che ti seguono e che sanno entrare nelle case nel modo
giusto. Non servono medici che sappiano solo scrivere libri sul
tema, come ho fatto anche io, per dare metodi. Bisogna avere chi
sa fare quel mestiere. Oggi partiamo qui a Napoli con la prima
clinica di longevità sana nel sud Italia e vedremo l’effetto che
farà, ma sappiamo già dal nostro lavoro a Los Angeles e a Milano
che questo percorso funziona. Bisogna semplicemente accompagnare
la persona, soprattutto chi non ne sa tanto di nutrizione sana e
non ha condizioni socioeconomiche per focalizzarsi su questo,
aiutandola a tornare a quello che si faceva in Italia 100 anni
fa, quando il diabete non esisteva proprio. Non c’era negli Usa
e neanche in Italia, eppure le persone erano povere, oggi
bisogna tornare a guardare quello che si faceva una volta,
ovviamente con le tecnologie e i metodi che ci ha insegnato la
scienza negli ultimi 50 anni”.
    Per Longo l’anziano non è un muro su cui si sbatte: “Raramente –
dice – troviamo muri tra le persone, spesso troviamo degli
ostacoli da chi vuole fare le cose vecchio stile, tipo aspetto
che alla persona venga il diabete e poi gli do’ i farmaci per il
resto della vita, questo non è un metodo da seguire. Altre volte
la persona non sa come fare, dice che ha fatto tante diete senza
riuscirci oppure non sa come vivere al meglio un periodo dopo un
intervento, e quindi va in un momento di confusione. Hanno
bisogno di uan strada netta da seguire per vivere bene”.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Leggi su ansa.it