Evgeny Prigozhin (Gruppo Wagner) allo scontro frontale con i vertici militari russi

Il proprietario e leader della compagnia mercenaria russa Gruppo Wagner, Evgeny Prigozhin, ieri ha di nuovo attaccato i vertici delle istituzioni militari di Mosca. Oltre ad aver affermato -come fatto nei giorni scorsi- che non arrivano munizioni ai suoi battaglioni, Prigozhin ha detto che ai suoi ufficiali non viene consentito l’accesso nei centri di comando dell’esercito russo a Bakhmut. Sul suo canale Telegram «il cuoco di Putin» scrive: «La situazione con le munizioni non è migliorata, non è cambiato nulla. Ma qualcosa in realtà è cambiato: tutti i canali di comunicazione speciali sono stati disattivati per me presso tutti gli uffici e le divisioni, e tutti gli accessi a tutti i dipartimenti che prendono decisioni sono stati bloccati (non li nominerò per non screditarli). È stato fatto in modo che non chiedessi munizioni e quindi ora posso solo chiederle attraverso i media, cosa che molto probabilmente farò». Poi Evgeny Prigozhin ha ringraziato il ministro dell’Industria e del Commercio Denis Manturov e Igor Nasenkov, amministratore delegato di Tekhnodinamika, per aver aumentato in modo significativo la produzione di munizioni militari negli ultimi mesi dopo che il Gruppo Wagner ha chiesto un aumento delle forniture: «Inchinatevi a loro, sono fantastici. Sono preoccupato per le munizioni e la fame di munizioni non solo per quanto riguarda Wagner, ma tutte le unità dell’esercito russo. È ovvio che non solo i miei ragazzi stanno morendo … Anche gli altri non dovrebbero morire. Ciascuno ritardato proiettile significa la morte di uno dei nostri compagni. E non importa quale unità delle forze russe rappresentino», ha affermato Prigozhin.

A proposito della città dell’Ucraina orientale sita nell’oblast di Doneck e capoluogo dell’omonimo distretto, questa mattina nell’ultimo rapporto sulla situazione dei combattimenti in Ucraina divulgato dal ministero della Difesa di Londra si legge: «Negli ultimi quattro giorni le forze del Gruppo Wagner hanno preso il controllo della maggior parte del settore orientale della città di Bakhmut, nel Donbass. Nel centro della città, il fiume Bakhmutk ora segna la linea del fronte. Le forze ucraine controllano la parte occidentale della città e hanno demolito i ponti chiave sul fiume, che scorre da nord a sud attraverso una striscia di terreno aperto larga 200-800 metri, tra aree edificate». Inoltre, prosegue il rapporto, «le unità ucraine possono sparare da edifici fortificati a ovest, e quest’area è diventata una killing zone, tanto da rendere probabilmente molto difficili le cose per le forze del Gruppo Wagner che tentano di continuare il loro assalto frontale verso ovest. Tuttavia, le forze ucraine e le loro linee di rifornimento da ovest rimangono vulnerabili ai continui tentativi russi di aggirare i difensori da nord e da sud».

Nel campo russo si combatte non solo per la conquista di Bakhmut ma anche per chi potrà issare la propria bandiera e chi potra fregiarsi della conquista di questa città, ridotta ormai ad un cumulo di macerie, che viene ritenuta fondamentale per la riconquista globale del Donbass. L’ostruzionismo dei vertici militari russi nei confronti dei mercenari del Gruppo Wagner serve ad evitare che siano loro a rivendicare la conquista di Bakhmutk ed è fondamentale che ciò non accada perché in caso contario sarebbe l’ennesimo duro colpo al prestigio -peraltro molto ammaccato- dell’Armata russa che fino a oggi è stata di continuo umiliata sul campo di battaglia dagli ucraini, eccezion fatta nei casi dove sono intervenuti gli uomini di Evgeny Prigozhin e i militari ceceni inviati da Razman Kadyrov. Nonostante i contrasti con il ministro della Difesa Sergei Shoigu e con Valerij Gerasimov, Capo di stato maggiore generale delle Forze armate russe, Yevgeny Prigozhin ha annunciato l’apertura di 42 centri di reclutamento in altrettante città della Russia: «Nonostante la colossale resistenza delle forze armate ucraine, andremo avanti».

A proposito dei mercenari russi il direttore della Cia Bill Burns durante un’udienza pubblica per il Senato del Comitato ristretto per l’intelligence ha affermato: «L’agenzia sta facendo tutto ciò che è in suo potere per contrastare il Gruppo Wagner, alleato chiave del Cremlino e appaltatore militare privato con migliaia di soldati che combattono ovunque, dai conflitti regionali in Africa all’Ucraina». Burns ha poi chiarito che la Cia sta lavorando duramente per contrastare Wagner e le sue operazioni, con l’aiuto del governo francese (un’ex potenza coloniale nella regione) e di altre nazioni alleate: «Lavoriamo come agenzia, insieme ai nostri partner, per aiutare molti di quei governi e molti dei nostri partner dei servizi di sicurezza a resistere», ha detto in udienza, senza però fornire dettagli su come fosse quel supporto: «Lavoriamo con i francesi e con altri Paesi, anche altri alleati in questo sforzo e prendiamo molto sul serio la minaccia rappresentata da Wagner in tutto ciò che possiamo per contrastarla e interromperla». L’analista americano Colin P. Clarke, direttore della ricerca presso la Società di consulenza di intelligence Soufan Group, ha detto in una recente intervista a Vice News di non essere sorpreso dal fatto che il capo della Cia ha affermato che l’agenzia sta contrastando Wagner ma ha aggiunto che l’amministrazione Biden «manca più in generale di una strategia globale per affrontare il Gruppo e deve andare oltre. Gli Stati Uniti sono abituati a trattare con gruppi terroristici e ribelli, ma l’amministrazione non è stata agile nel rispondere alla minaccia rappresentata da compagnie militari private come Wagner, che sono essenzialmente delegati paramilitari che agiscono come un’estensione dello stato russo». Per Colin P. Clarke «il dipartimento del Tesoro ha elencato Wagner come un’organizzazione criminale transnazionale, ma quella designazione non va abbastanza lontano nel contrastare la minaccia». Qualcosa però sta cambiando perché c’è un crescente movimento all’interno del governo degli Stati Uniti per designare il Gruppo Wagner come organizzazione terroristica al pari di gruppi come Isis e al-Qaeda. A questo proposito, all’inizio di marzo il procuratore generale Merrick Garland ha detto che non avrebbe obiettato a designare il gruppo mercenario di Prigozhin con la distinzione ufficiale. Se ciò accadesse impedirebbe immediatamente al Gruppo Wagner di impegnarsi nell’economia globale e grazie alle sanzioni renderebbe le loro operazioni (ad esempio quelle africane) più difficili da portare a termine.

Infine mentre scriviamo si apprende che Il capo del gruppo di mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha annunciato che si candiderà alle elezioni presidenziali ucraine dell’anno prossimo. L’annuncio è arrivato in un messaggio video diffuso sul suo canale Telegram, registrato mentre sullo sfondo si sentono colpi d’arma da fuoco, presumibilmente dal fronte di Bakhmut. Prigozhin, dichiara che si candiderà contro l’attuale presidente Volodymyr Zelensky e il suo predecessore Petro Poroshenko.

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