Fabrizio Moro, dei padri separati si parla troppo poco

Una storia “sulla quale con Alessio
abbiamo potuto dare un punto di vista personale. E’ qualcosa che
entrambi abbiamo vissuto, essere papà separati. Ci è venuto
spontaneo raccontarla. Ed è un tema di cui ancora si parla
troppo poco”. Lo dice Fabrizio Moro, a proposito della sua opera
seconda da regista, Martedì e venerdì, scritta e diretta, come
l’esordio Ghiaccio (2022) insieme a Alessio De Leonardis.
    Protagonista è Edoardo Pesce, nel ruolo di un padre separato che
vede la sua vita andare in pezzi. Con lui nel cast fra gli
altri, Rosa Diletta Rossi, Giorgio Caputo, Aurora Menenti, Adamo
Dionisi, Pier Giorgio Bellocchio e Mirko Frezza. Prodotto da
Francesca Verdini (La Casa Rossa) con Rai Cinema in coproduzione
con Rs Productions e Pepito Produzioni, in associazione con
Urban Vision, il film arriverà in sala dal 22 febbraio
distribuito da Medusa.
    “Siamo in un momento storico in cui giustamente si parla
molto di come la donna vada tutelata in un sistema che è ancora
patriarcale – aggiunge il cantautore e regista -. Allo stesso
tempo, andrebbe posta attenzione anche sulla condizione di molti
padri separati. Perché noi due abbiamo potuto trovare un
equilibrio anche economico con le nostre ex compagne e i nostri
bambini ma ci sono dei papà, conosciuti da me personalmente, che
a volte vanno a mangiare alla Caritas”.
    Seguiamo nel racconto Marino (Pesce), meccanico, da poco
separato da sua moglie Simona (Rossi) e con visite a sua figlia
Claudia (Menenti) fissate in due giorni a settimana, martedì e
venerdì. A causa di vecchie tasse non pagate, il meccanico è
costretto a chiudere la sua officina: i problemi economici e le
difficoltà a trovare un nuovo lavoro lo spingono a unirsi alla
banda criminale di un amico, Cioccolatino (Caputo) facendo da
driver per rapine ai supermercati. “In Ghiaccio avevamo
raccontato una storia di riscatto sociale, qui c’è un padre che
cerca di stare a galla, ma che piano piano va a fondo”, osserva
De Leonardis. L’elemento che “vorrei emergesse dalla storia è che un papà e
una mamma non si devono fare la guerra in questa situazione –
aggiunge Moro – pensiamo innanzitutto ai figli”.
   

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